Lo spazio delle Maestre spirituali di Venere50, questa settimana lo dedichiamo a Wislawa Szymborska, poetessa e intellettuale polacca, premio Nobel per la letteratura nel 1996
«Per una poesia che, con ironica precisione, permette al contesto storico e biologico di venire alla luce in frammenti d’umana realtà»: quando nel 1996 le venne assegnato il Nobel per la letteratura, l’Accademia di Svezia, accompagnò con queste parole il riconoscimento che aveva deciso di attribuire a Wislawa Szymborska, la poetessa e saggista polacca che vogliamo inserire questa settimana tra le Maestre spirituali di Venere50.
Wislawa Szymborska, scomparsa a Cracovia nel 2012, quasi novantenne, è stata indubbiamente una delle voci più significative della letteratura europea e mondiale del secolo scorso. Una voce che con discrezione ha raccontato le piccole cose della nostra esistenza, mutando l’ordinario in straordinario, non per trasfigurare o distorcere la realtà di cui era testimone, ma per renderla più visibile, isolando piccoli particolari e costruendo attorno ad essi la propria rete di impressioni e riflessioni.
Come tutti i polacchi, anche ha vissuto l‘esperienza dell’invasione nazista, che diede fuoco alla seconda guerra mondiale e quella del socialismo reale post bellico, che richiedeva e imponeva ad artisti e intellettuali di mettere il loro pensiero e il loro lavoro al servizio dell’ideologia di stato. Anche lei dovette subire censure e per alcuni anni si mosse come ”intellettuale organica” alle disposizioni del Partito Operaio Unificato Polacco, per poi prenderne le distanze, pubblicando nel 1954 la raccolta di poesie Pytania zadawane sobie (Domande poste a me stessa).
Nel corso della sua lunga e indaffarata esistenza, trascorsa senza quasi mai muoversi da Cracovia, la sua città d’elezione, Wislawa Szymborska è stata una vivacissima e instancabile figura di intellettuale, la cui fama esplose nel 1957, con la pubblicazione della sua terza raccolta Wołanie do Yeti (Appello allo Yeti)
Concludiamo questo articolo riprendendo un breve passaggio dell‘intervista rilasciata a Minaetmoralia, da Luigi Marinelli, uno dei massimi esperti italiani di letteratura polacca, lasciandovi con i versi della poesia citata dallo stesso Marinelli.
«Per quanto riguarda l’innamoramento, ad esempio, forse non c’è poesia che lo racconti meglio di Amore a prima vista, che per l’appunto “spiega” come l’amore (e tutto il resto delle nostre vite) nasca soprattutto dal caso. E, guarda caso, il caso è il tema principale della poesia di Wisława Szymborska. Da qualche parte mi pare di aver scritto che a lei sarebbe piaciuto molto notare che in italiano caso e caos sono anagrammi l’uno dell’altro, perché il caso è caotico e democratico, e non guarda in faccia nessuno.»
Amore a prima vista
Sono entrambi convinti
che un sentimento improvviso li unì.
E’ bella una tale certezza
ma l’incertezza è più bella.
Non conoscendosi prima, credono
che non sia mai successo nulla fra loro.
Ma che ne pensano le strade, le scale, i corridoi
dove da tempo potevano incrociarsi?
Vorrei chiedere loro
se non ricordano –
una volta un faccia a faccia
forse in una porta girevole?
uno “scusi” nella ressa?
un “ha sbagliato numero” nella cornetta?
– ma conosco la risposta.
No, non ricordano.
Li stupirebbe molto sapere
che già da parecchio
il caso stava giocando con loro.
Non ancora del tutto pronto
a mutarsi per loro in destino,
li avvicinava, li allontanava,
gli tagliava la strada
e soffocando un risolino
si scansava con un salto.
Vi furono segni, segnali,
che importa se indecifrabili.
Forse tre anni fa
o il martedì scorso
una fogliolina volò via
da una spalla all’altra?
Qualcosa fu perduto e qualcosa raccolto.
Chissà, era forse la palla
tra i cespugli dell’infanzia?
Vi furono maniglie e campanelli
in cui anzitempo
un tocco si posava sopra un tocco.
Valigie accostate nel deposito bagagli.
Una notte, forse, lo stesso sogno,
subito confuso al risveglio.
Ogni inizio infatti
è solo un seguito
e il libro degli eventi
è sempre aperto a metà.
Traduzione di Pietro Marchesani per il volume Amore a prima vista, Adelphi edizioni