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Se il confine tra galanteria e molestia può mostrarsi esile, meno esili e incerti sono i dati che ci parlano della violenza sulle donne, esercitata su di loro dagli uomini.

La principale fonte di riferimento per l’Italia è attualmente rappresentata da due indagini, elaborate dall’ISTAT nel 2006 e nel 2014 e diffuse nel settembre del 2017. Concentrandoci sui dati riportati nell’indagine del 2014, il quadro che emerge è quello di una società in cui la violenza sulle donne (che contempla quella fisica, sessuale, economica, psicologica e lo stalking) è un fenomeno che continua, nonostante alcuni positivi progressi, a condizionare pesantemente le vite di milioni di donne. Che sia un corteggiamento un po’ troppo insistito ad una festa o un omicidio tra le mura domestiche.

Questi sono i risultati della seconda indagine, riassunti direttamente dall’ISTAT

 

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  • 6 milioni 788 mila donne hanno subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale.
  • Sono 652 mila le donne che hanno subìto stupri e 746 mila le vittime di tentati stupri.
  • Le donne straniere hanno subìto violenza fisica o sessuale in misura simile alle italiane nel corso della vita (31,3% e 31,5%).
  • La violenza fisica è più frequente fra le straniere (25,7% contro 19,6%), mentre quella sessuale più tra le italiane (21,5% contro 16,2%).
  • Le straniere sono molto più soggette a stupri e tentati stupri (7,7% contro 5,1%). Le donne moldave (37,3%), rumene (33,9%) e ucraine (33,2%) subiscono più violenze.
  • I partner attuali o ex commettono le violenze più gravi. Il 62,7% degli stupri è commesso da un partner attuale o precedente. Gli autori di molestie sessuali sono invece degli sconosciuti nella maggior parte dei casi (76,8%).
  • Il 10,6% delle donne ha subìto violenze sessuali prima dei 16 anni. Considerando il totale delle violenze subìte da donne con figli, aumenta la percentuale dei figli che hanno assistito ad episodi di violenza sulla propria madre (dal 60,3% del dato del 2006 al 65,2% rilevato nel 2014)

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Le donne separate o divorziate hanno subìto violenze fisiche o sessuali in misura maggiore rispetto alle altre (51,4% contro 31,5%).

Critica anche la situazione delle donne con problemi di salute o disabilità: ha subìto violenze fisiche o sessuali il 36% di chi è in cattive condizioni di salute e il 36,6% di chi ha limitazioni gravi. Il rischio di subire stupri o tentati stupri è doppio (10% contro il 4,7% delle donne senza problemi).

Emergono importanti segnali di miglioramento rispetto all’indagine precedente: negli ultimi 5 anni le violenze fisiche o sessuali sono passate dal 13,3% all’11,3%, rispetto ai 5 anni precedenti il 2006. Ciò è frutto di una maggiore informazione, del lavoro sul campo, ma soprattutto di una migliore capacità delle donne di prevenire e combattere il fenomeno e di un clima sociale di maggiore condanna della violenza.

È in calo sia la violenza fisica sia la sessuale, dai partner e ex partner (dal 5,1% al 4% la fisica, dal 2,8% al 2% la sessuale) come dai non partner (dal 9% al 7,7%). Il calo è particolarmente accentuato per le studentesse, che passano dal 17,1% all’11,9% nel caso di ex partner, dal 5,3% al 2,4% da partner attuale e dal 26,5% al 22% da non partner.

In forte calo anche la violenza psicologica dal partner attuale (dal 42,3% al 26,4%), soprattutto se non affiancata da violenza fisica e sessuale.

Alla maggiore capacità delle donne di uscire dalle relazioni violente o di prevenirle si affianca anche una maggiore consapevolezza. Più spesso considerano la violenza subìta un reato (dal 14,3% al 29,6% per la violenza da partner) e la denunciano di più alle forze dell’ordine (dal 6,7% all’11,8%). Più spesso ne parlano con qualcuno (dal 67,8% al 75,9%) e cercano aiuto presso i servizi specializzati, centri antiviolenza, sportelli (dal 2,4% al 4,9%). La stessa situazione si riscontra per le violenze da parte dei non partner.

Rispetto al 2006, le vittime sono più soddisfatte del lavoro delle forze dell’ordine. Per le violenze da partner o ex, le donne molto soddisfatte passano dal 9,9% al 28,5%.

Si segnalano però anche elementi negativi. Non si intacca lo zoccolo duro della violenza, gli stupri e i tentati stupri (1,2% sia per il 2006 sia per il 2014). Le violenze sono più gravi: aumentano quelle che hanno causato ferite (dal 26,3% al 40,2% da partner) e il numero di donne che hanno temuto per la propria vita (dal 18,8% del 2006 al 34,5% del 2014). Anche le violenze da parte dei non partner sono più gravi.

3 milioni 466 mila donne hanno subìto stalking nel corso della vita, il 16,1% delle donne. Di queste, 1 milione 524 mila l’ha subìto dall’ex partner, 2 milioni 229 mila da persone diverse dall’ex partner.

Le cifre sul numero dei reati, compresi quelli relativi ai femminicidi vanno presi con cautela.

Gli indicatori Eurostat ci parlano di violenze e reati denunciati e non commessi ed è per questo motivo che forse non deve sorprendere che il più alto numero di reati siano registrati nei paesi del nord Europa, dove è più probabile che i numeri delle violenze commesse e violenze denunciate non siano separati dal baratro che caratterizza il resto del continente.

Anche il numero dei femminicidi dipende dai diversi criteri di classificazione utilizzati dai vari paesi dell’UE e per questo motivo il quadro che ne esce è fatalmente disomogeneo, oltre che incompleto, considerando che son ben 13 i paesi che non hanno fornito dati statistici su questo tipo di reato.