Il corso “Violenza di genere e relazione d’aiuto” è una formazione sulla relazione d’aiuto con persone vittime di violenza. Il corso fornisce competenze necessarie all’individuazione della violenza nella relazione d’intimità e all’analisi dettagliata del fenomeno, con particolare attenzione alle dinamiche psicologiche e comportamentali agite nella relazione. La formazione permette di acquisire strumenti indispensabili al sostegno e all’uscita dalla spirale della violenza, sia per chi la subisce sia per chi la agisce.
Venere 50 è tra i soggetti organizzatori di questa formazione e ogni mese vi propone un’intervista per presentarvi le docenti e i docenti del corso.
Oggi parliamo con Monia Di Marco, counselor in formazione al 3 anno
Come mai hai deciso di iscriverti al corso “Violenza di genere e relazione d’aiuto”?
Come Counselor in Formazione, sono operatrice presso un Telefono Amico. Un giorno ho ricevuto una telefonata da un’utente che mi ha raccontato delle violenze che stava subendo. Ricordo bene il senso di impotenza e lo smarrimento che ho provato nel rendermi conto di non sapere come aiutarlo. Da li è nata l’esigenza di approfondire questa tematica e di acquisire strumenti concreti che mi permettessero di essere d’aiuto in queste situazioni. Uscendo dal centralino, ho condiviso questa esperienza con una collega che mi ha segnalato il corso del CAT, in partenza nei giorni seguenti.
Secondo te qual è la cosa più importante che hai appreso al corso?
Il corso mi ha sicuramente fornito gli strumenti e le competenze necessarie per dare un sostegno concreto alle vittime di violenza e ai loro familiari. La cosa più importante però è stata acquisire una consapevolezza diversa di questo fenomeno e della sua complessità che mi ha permesso di avvicinarmi senza il rischio di semplificazioni spesso presenti, ma certamente d’ostacolo all’aiuto in queste situazioni
Dopo avere frequentato il corso è cambiata l’idea che hai del fenomeno della violenza di genere rispetto a quella che avevi prima?
Frequentando il corso mi sono resa conto di quanto complesso sia il fenomeno e di quanto sia difficile per una vittima non solo denunciare, ma anche prendere consapevolezza di trovarsi all’interno di una relazione violenta e di quanto ancora più complicato e spesso doloroso possa essere il percorso della presa in carico di sé fino a portarsi in salvo. Questo rende particolarmente importante la presenza di reti di persone che possano accompagnare la vittima in questo percorso e che possano sostenerla in tutte le fasi.
Indica un’azione concreta che secondo te ognuna/o di noi può fare nel quotidiano per contrastare la violenza di genere.
Per contrastare la violenza di genere, a mio parere, è necessario un profondo cambiamento culturale che sento e vedo essere già in atto, seppur molto lentamente. Poiché è cultura anche tutto quello che facciamo quotidianamente, questo cambiamento passa sicuramente da ognuno di noi, dalle più piccole cose. Una di queste può essere sicuramente accogliere, sostenere, dare fiducia a chi decide di denunciare una violenza, aiutarla a contattare un centro anti-violenza e sostenerla lungo tutto il difficile percorso di rinascita.