Il corso “Violenza di genere e relazione d’aiuto” è una formazione sulla relazione d’aiuto con persone vittime di violenza. Il corso fornisce competenze necessarie all’individuazione della violenza nella relazione d’intimità e all’analisi dettagliata del fenomeno, con particolare attenzione alle dinamiche psicologiche e comportamentali agite nella relazione. La formazione permette di acquisire strumenti indispensabili al sostegno e all’uscita dalla spirale della violenza, sia per chi la subisce sia per chi la agisce.
Venere 50 è tra i soggetti organizzatori di questa formazione e ogni mese vi propone un’intervista per presentarvi le docenti e i docenti del corso.
Oggi ne parliamo con Barbara Petracchi.
Mi chiamo Barbara Petracchi, sono di Albisola, in provincia di Savona. Ho fondato nel 2016 uno Sportello di Ascolto per le vittime di violenza, insieme ad avvocati e psicologi savonesi, con l’intento di contribuire al sostegno delle vittime e altresì per svolgere attività di prevenzione e sensibilizzazione.
Come mai hai deciso di iscriverti al Corso “Violenza di genere e relazione d’aiuto”?
Ho seguito il vostro lavoro durante la chiusura della pandemia. Ma vi ho conosciuto grazie a un’amica che oggi non c’è più e mi è sembrato un suo dono. Poi ho proposto alla presidente dell’associazione di iscriverci perché ho da subito apprezzato la vostra tensione alla condivisione delle risorse e delle esperienze e competenze, in un’ottica di vera rete di collaborazione.
Secondo te qual è la cosa più importante che hai appreso al corso?
Io ho appreso moltissimo perché la mia formazione era più di stampo giuridico e formale, con questo corso ho davvero integrato in me le conoscenze e ho appreso gli strumenti per sentire e riconoscere umanamente.
Dopo avere frequentato il corso è cambiata l’idea che hai del fenomeno della violenza di genere rispetto a quella che avevi prima?
La mia idea si è rafforzata, non è cambiata, anzi si è fatta più solida la convinzione che è nelle mani di ciascuno di noi la possibilità di diffondere una cultura della nonviolenza. È responsabilità di tutti, ogni giorno.
Indica un’azione concreta che secondo te ognuna/o di noi può fare nel quotidiano per contrastare la violenza di genere.
L’azione concreta è agire nonviolenza. Ogni volta fermarsi e riconoscere nel proprio agire il pregiudizio, lo stereotipo e distruggerlo per proporre un altro stile.