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Sono madri, unite non solo dall’esperienza genitoriale, ma dalla necessità di tutelare i loro figli dalla discriminazione e dal razzismo. Perché i loro figli, biologici, adottati o affidatari, hanno la ”colpa” di avere la pelle scura, diventando bersaglio, fin dalla tenera età dei pregiudizi di una parte significativa della nostra società.

 

Sono madri che nel novembre di due anni fa si sono costituite in associazione, per promuovere, soprattutto nelle scuole, iniziative di sensibilizzazione e informazione sul tema della multiculturalità

Il primo passo è stato fatto da Gabriella Nobile, mamma adottiva di due bambimi africani, che nel febbraio del 2018 aveva scritto una lettera aperta al leader della Lega Matteo Salvini per “ringraziarlo” della sua violenta campagna elettorale contro gli immigrati. Una campagna che aveva scatenato e legittimato un’ignobile ondata di intolleranza e di odio nei confronti di chi ha una pelle di un colore diverso, con continui insulti e minacce che non hanno risparmiato neppure i bambini e gli adolescenti.

 

 

La lettera, che ha subito avuto una forte diffusione, ha permesso a molte altre madri di riunirsi per condividere la stessa rabbia e la stessa apprensione e mettere insieme forze e risorse per affrontare il problema della discriminazione in modo più organizzato ed efficace.

Come possiamo leggere sul sito di Mamme per la pelle : l’associazione, che non intende coinvolgere solo le mamme adottive, ma tutte le mamme, siano esse biologiche, adottive o affidatarie di figli di diversa etnia e a maggior ragione anche quelle straniere che vivono nel nostro Paese e che hanno meno strumenti per difendersi, ha lo scopo di creare una rete organizzata di madri con figli che rischiano di subire discriminazioni per le loro origini, sostenere le famiglie, contribuire a innalzare e custodire il patrimonio culturale della società multietnica, vigilare attivamente affinché le conquiste dell’uguaglianza multiculturale finora ottenute non siano annullate né affievolite in alcun modo.
In pratica, l’associazione “Mamme per la pelle” intende costituire sportelli legali dove si possano denunciare soprusi, violenze e insulti, o discriminazioni nel mondo del lavoro; sportelli psicologici dove le famiglie o le singole persone possano essere assistite e guidate nei momenti più difficili; centri di informazione che indichino le istituzioni (scuole, centri sportivi ed altro) e le figure professionali più competenti e più sensibili alla cultura multietnica, vista come valore in sé. 

 

Sul sito potrete trovare le indicazioni per iscrivervi all’associazione che per domani, 26 giugno, ha in programma (alle 19,  in diretta sulla pagina Facebook) un conversazione con la disegnatrice e fumettista tunisina  Takoua Ben Mohamed, già al suo secondo libro di graphic novel, che combatte la discriminazione e l’intolleranza con l’ironia dei suoi fumetti.