Per Think Pink! questa settimana abbiamo incontrato Silvia Zanellati, madre di Sara, una ragazza che ha partecipato ai percorsi di pet therapy relazionale integrata, organizzati dal CAT. A Silvia, che si definisce ‘mamma a tempo pieno’, abbiamo chiesto come sono cambiate le routine sue e di Sara durante l’emergenza COVID
Silvia, vuoi presentaci Sara?
Sara è una persona speciale, mi ha insegnato a guardare il mondo in modo diverso: ha compiuto da poco 37 anni ed è portatrice della Sindrome di Wolf- Hirschhorn, una malattia rara di cui si sono registrati tre casi in Emilia Romagna e settantasei in Italia. Sara frequenta attualmente un centro diurno per disabili della città di Carpi.
Come sta vivendo Sara, questo periodo di quarantena?
Non è un periodo facile e a volte è un pò nervosa. La difficoltà è che per lei è particolarmente complesso comprendere cosa sta succedendo. L’unica cosa che posso fare è farmi vedere il più possibile serena, mantenere una routine regolare, portarla qualche volta fuori e ad esempio, farle fare un giro in macchina, che a lei piace molto.
Da quanto tempo Sara, non frequenta più il centro diurno?
Dalla fine di febbraio. In quei giorni aveva avuto un pò di tosse e gli operatori che la seguono mi hanno subito chiamato per portarla a casa. Dopo poco il centro ha chiuso e devo dire che sono stati tutti molto attenti e hanno risposto prontamente e bene, all’emergenza.
Che previsioni avete per la riapertura del centro diurno?
Non sappiamo ancora, ma certamente la mia preoccupazione non è tanto che si apra il prima possibile, ma che ci siano tutte le condizioni di sicurezza sanitaria per poter riportarla in quella struttura.
Lei come gli altri ragazzi del centro, sono fragili: io dico che vanno toccati con i guanti, per cui, prima di tutto, bisogna pensare alla sicurezza.
Anche i soggiorni estivi, sembra siano annullati.
Infatti, quest’anno Sara non potrà andare, come ogni anno, a Pinarella di Cervia e Lucignano, che significavano per lei due settimane di autonomia da trascorrere in posti diversi. Speriamo almeno di riuscire a portarla un pò in montagna.
Comunque io voglio dare un messaggio positivo: Sara e questo vale per molti ragazzi come lei, mi ha insegnato tanto a stare nelle difficoltà e in questo momento me ne rendo conto ancora di più.
Mi ha insegnato a stare davvero solo nel nel presente, a fare tesoro delle piccolissime cose, a non angosciarmi del futuro, perché tanto lo si affronterà.
Chi conosce Sara, conosce il suo sorriso che è anche il mio. Tantissime volte, anche solo due anni fa, in una fase delicatissima della sua salute, in cui pensavamo non ce la facesse, mi ha dimostrato una forza e una voglia di vivere che mi ha fatto fare un ulteriore passo rispetto a quello che dicevo all’inizio: vedere il mondo in un modo diverso.