Lo scorso 29 ottobre vi avevamo segnalato l’articolo di Internazionale sulle manifestazioni animate da migliaia di donne in Polonia per protestare contro la sentenza promulgata dalla Corte Costituzionale, che limitava il diritto di aborto solo ai casi di pericolo di vita per la donna o per gravidanze conseguenti ad uno stupro o ad un incesto.
Ieri il New York Times, ha dato la buona notizia sulla decisione del governo guidato dal partito ultraconservatore Diritto e giustizia di ritardare la promulgazione della sentenza della Corte Costituzionale, finendo, fondamentalmente, per invalidarla.
Una decisione dichiaratamente figlia delle proteste andate in scena in queste ultime settimane, per stessa ammissione di Michal Dworczyk, capo di gabinetto del primo ministro: ”In questa difficile situazione, che ha provocato una forte ondata emotiva, è bene darsi un po ‘di tempo per il dialogo e per elaborare una nuova posizione”.
Ha masticato amaro Ewa Letowska, ex membro della Corte Costituzionale, docente di legge presso l’Accademia delle scienze, convinta che la decisione del governo guidato da Mateusz Jakub Morawiecki sia incostituzionale. Ma ciò che è importante è che una mobilitazione di donne, capace di coinvolegere e attraversare tutto il paese, sia stata più forte della profonda tradizione conservatrice e cattolica di una nazione che continua a sfidare l’Europa sul fronte dei diritti civili e che oggi ha dovuto fare un significativo passo indietro.
Ma non dimentichiamo che questa vittoria solo un piccolo successo per quanto riguarda il diritto all’aborto in Polonia, dove al momento è considerato legale solo in caso di malformazione del feto, stupro o incesto. La strada è ancora lunga, ma da domani potrebbe essere un po’ più breve.