Quante volte, all’interno di questo spazio, abbiamo riflettuto su dati e cifre che certificano la profonda disparità di genere che affligge l’intero pianeta sotto tanti punti di vista e riguardo a numerosi indicatori. Sono questi numeri al centro della tre giorni del Summit Women 20, che si conclude proprio oggi a Roma.
Il World Economic Forum ci aveva già ricordato come le donne rappresentano solo il 26,1% di circa 35mila seggi parlamentari in 156 Paesi del mondo e solo il 22,6% di oltre 3.400 ministri nel mondo. Lo stesso vale per il mondo del lavoro: tra le posizioni di leadership le donne a livello globale rappresentano ancora solo il 27% di tutti i manager. E queste sono cifre che fotografano solo parzialmente il fenomeno del gender gap.
A conferma di questo status quo arrivano le parole della presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen: ” “È triste sapere che al G20 io potrei essere l’unica donna. Abbiamo bisogno delle migliori idee al livello politico per dare le giuste opportunità a tutte le donne”, ha aggiunto sottolineando che “per raggiungere la parità entro il 2030, abbiamo bisogno dei pagamenti dei congedi parentali, di consolidare l’assistenza per l’infanzia e per gli anziani”.
Linda Laura Sabbadini, presidente di Women20 ha sottolineato che lo scopo di questo appuntamento è proprio quello di “rimettere le donne al centro del cambiamento” e tracciare una “roadmap per l’uguaglianza”. A fare da sfondo naturalmente ci sono i mesi di pandemia appena trascorsi che, come ci dicono i dati, hanno avuto un impatto drammatico “sul lavoro, ma anche sull’istruzione, dove ci sono stati lockdown prolungati con la mancata partecipazione scolastica da parte dei bambini e delle bambine”, spiega Sabbadini sostenendo che le donne sono state “allo stesso tempo pilastro del sistema di welfare e della lotta alla pandemia, ma la loro situazione si è aggravata”.