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Si può dire che le Olimpiadi saranno sempre di più un evento transgender friendly? Se leggiamo le nuove linee guida che il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ha pubblicato riguardo al tema della partecipazione ai giochi di atleti e atlete che hanno compiuto o stanno compiendo una transizione, la risposta è decisamente positiva.

Un importante passo in avanti è rappresentato dal punto 7 della carta, quello che vieta che questi e queste debbano sottoporsi a procedure o trattamenti medici non necessari. Ricordiamo che un’atleta come la mezzofondista e velocista sudafricana Caster Semenya, pur essendo cisgender, fu costretta a vedersi imposta una cura per diminuire la percentuale di testosterone nel sangue.

La calciatrice Quinn, la prima atleta transgender a vincere una medaglia d’oro in una competizione olimpica, ha salutato con favore il nuovo documento del CIO dichiarando «Le nuove linee guida del CIO sono pionieristiche perché riflettono qualcosa che sappiamo da tempo: che gli atleti e le atlete come me partecipano alle competizioni sportive senza alcun vantaggio competitivo, e che la nostra umanità merita di essere rispettata».

Le nuove linee guida del CIO dovrebbero entrare in vigore dopo le olimpiadi invernali di Pechino del 2022 e non sono vincolanti per le federazioni dei singoli stati, che possono però utilizzarle come un importante modello e punto di riferimento. Il documento del Comitato Olimpico rappresenta comunque un rilevante passo in avanti nel riconoscimento del diritto di ogni persona di affermare la propria identità di genere senza subire discriminazioni e senza dover subire trattamenti medici invasivi, come era previsto nelle indicazioni diffuse nel 2015.