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Donne, se avete 257 anni di tempo e un po’ di pazienza, vedrete che finalmente si sistemerà tutto! Parola del World Economic Forum

 

Sì, è la fondazione con sede a Ginevra che, fatta una botta di conti, spiega che per colmare il Gender wage gap (per capirci, la differenza di retribuzione tra uomini e donne),  ci vorrà poco più di un quarto di secolo.

Sempre che le politiche dei singoli governi e delle imprese pubbliche e private proseguano nella loro, lentissima, opera di parificazione di salari.

 

Ogni paese fa storia a sé, ma presi insieme, tutti i paesi mostrano come il Gender wage gap sia ancora un problema bel lungi dall’essere risolto. In Italia la differenza in busta paga è del 5,6 % e se vi sembra tanto, il che è vero, stupisce scoprire che nel Regno Unito, il gap e tre volte più grande e ancora peggio va negli Stati Uniti, per non dire del Giappone, dove tra le paghe di uomini e donne c’è un divario del 25 %, il più alto per i paesi che fanno parte dell’OCSE.

 

Intanto occorre ringraziare quelle poche donne che hanno avuto la forza e la possibilità di alzare il velo su questa disparità e imporre una parità di trattamento che prima sembrava inconcepibile: la tennista Billie Jane King, dopo una vittoria all’US Open minacciò di non tornare più se i compensi per le donne non fossero stati parificati a quelli degli uomini, costringendo l’organizzazione a porre rimedio. E simili battaglie sono state condotte da altre donne come Samira Ahmed, presentatrice sempre della BBC, che ha vinto una causa per essere stata pagata circa 6 volte in meno del collega Jeremy Vineal, suo compagno alla conduzione di Newswatch.

 

C’è da sperare che la proiezione del World Economic Forum pecchi di eccessiva prudenza e ci si augura che il tema del Gender wage gap diventi sempre più centrale nel dibattito politico, così da accorciare i tempi di una parità salariale di genere che continua a rimanere una chimera per miliardi di donne che ancora attendono giustizia.