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Sono tantissime le donne che ci raccontano le loro esperienze, le difficoltà, ma anche i successi in una società in cui uomini e donne posseggono gli stessi diritti, ma non le stesse opportunità, non solo in famiglia, ma anche nel lavoro e nella vita sociale. Venere50 ha scelto alcune di loro ed ad ognuna di esse ha chiesto di raccontare la loro storia.
Questa settimana Paola Vigarani ha incontrato Silvia Salvioli, 54 anni, libera professionista.

 

Silvia, com’è vivere l’omosessualità in un paese ancora così omofobo?

 

Essere lesbica a 50 anni per me non fa molta differenza dall’essere stata lesbica dalla nascita. Per quanto mi riguarda l’omosessualità è un problema solo quando lo si affronta con persone con mentalità chiuse. Diviene un problema in una società come la nostra. Penso che siano ancora pochi i “passi avanti”. Esiste ancora un giudizio forte sulla diversità di genere. Nonostante si predichi una falsa democrazia e ci si impegni a fare leggi che mirino alle pari opportunità.
Hai avuto problemi nel mondo del lavoro rispetto al tuo orientamento sessuale?
Non ho mai pensato che essere lesbica fosse un problema per me, nemmeno lavorativamente parlando. Ho sempre fatto da me il mio lavoro e non sono mai stata subordinata a nessuno. Non sono mai stata recriminata, giudicata od additata, forse perché il mio modo di pormi, la mia sensibilità e la mia empatia, la mia trasparenza sono sempre stati vincenti nei rapporti con il pubblico: questo è il mio carattere, mi piace la gente. Penso che porsi in un modo autentico e sincero sia importante nelle relazioni. È il non detto che crea il giudizio e la maldicenza.

 

Cosa ne pensi della violenza nelle relazioni d’intimità nelle coppie lesbiche?

 

Esistono coppie di donne nelle quali viene agita violenza, soprattutto psicologica. Vi sono donne che agiscono nei confronti delle partners aggressività in perfetto stile “soggetto dominante”. Assumono cioè le stesse modalità di alcuni uomini violenti che non vivono la relazione alla pari. Ma la mia percezione è che la violenza nella relazione nelle coppie lesbiche sia meno diffusa che in quelle etero. E qui le statistiche ce lo confermano: le donne non uccidono mai le proprie compagne mentre purtroppo gli uomini si.

 

Cosa ne pensi del Primo Modena Pride di Modena che si terrà a giugno?

 

Penso sia importante ci sia. Non so però se andrò. Il mio timore è la spettacolarizzazione, la ridicolizzazione e il grottesco. L’obiettivo rimane importante ma penso che la forma sia importante.

 

Come vivi i tuoi 50 anni?

 

Io ho 54 anni. Il tema lo sposto sul fatto che non ne ho più 30 e neanche 40, dove ancora hai speranze e forze diverse. Ora faccio i conti invece con il corpo che cambia e con la fragilità emotiva che prima non avevo o non mi sentivo e tutto questo non è legato al mio orientamento sessuale ma al tempo che passa. Mi ritrovo per fortuna con uno specchio molto giovane che è Stella, la mia compagna. la mia “meravigliosa Ragazzina” come la chiamo io. Con lei condivido il pensiero ed un sentire profondo, la bellezza della vita, del cammino, della natura e della poesia. Noi siamo decisamente omosessuali Doc. Due generazioni a confronto. La diversità sta proprio in questo, mi rifaccio proprio a quello che dicevo prima. Un corpo giovane davanti a un corpo maturo.

 

Chi è stata per te il tuo modella di donna ideale?

 

Mia madre è stata una grande maestra. Silvia, mi diceva: ”Sii una bella persona e comportati in modo educato e soprattutto gentile e nessuno avrà mai niente da dire”. È vero lo confermo tutt’oggi, nonostante abbia la certezza di poter essere ugualmente giudicata ugualmente e semplicemente per il mio orientamento sessuale.