Sono passate ormai due settimane dal convegno Piacere Mio!, una tappa importante per il collettivo Venere 50 e per tutte le persone che hanno partecipato e contribuito al suo successo.
Dopo i dovuti ringraziamenti e festeggiamenti siamo ora a dare un ordine a quanto raccolto e condiviso e vogliamo farlo a partire dai dati dei questionari che abbiamo somministrato in preparazione del convegno.
Tra gli strumenti scelti per preparare e realizzare Piacere Mio!, oltre agli interventi frontali online e la realizzazione di podcast/interviste sul tema del piacere, è stato elaborato un questionario di 12 domande.
La sua diffusione è avvenuta attraverso questo sito, la mailing-list del collettivo e la distribuzione a mano.
Le domande riportate nel questionario ci sono servite per orientare gli interventi del convegno e la ricerca futura rispetto alle tematiche care a Venere 50.
I questionari dai quali abbiamo potuto estrarre i dati sono stati 130.
Il primo focus che ha dato forma a tutti gli interventi del convegno e alla ricerca di Venere 50 ha riguardato lo stereotipo.
In particolare sappiamo che la sessualità è un ambito che catalizza fortemente la nostra predisposizione mentale a creare stereotipi ed è per questo che abbiamo scelto di partire da qui.
In particolare abbiamo voluto concentrare la nostra riflessione sullo stereotipo di genere femminile nella seconda metà della vita. Abbiamo infatti realizzato come le donne, dalla menopausa in poi, entrano in una sorta di variante di identità di genere ‘oscurata’ che potrebbe anche essere avvicinata al concetto di identità negata espressa da Erving Goffman (2012).
Il sociologo nordamericano afferma che quando ad una componente del variegato puzzle dell’identità di una persona (es. identità di genere) viene attribuito un valore negativo (nel nostro caso la menopausa), tale elemento tenderà ad invadere la composizione nel suo insieme, oscurandola.
Questo è il macro stereotipo all’interno del quale si muove il lavoro di Venere50 .
Ci teniamo a sottolineare che non è tanto lo stereotipo in sé il problema, il problema è quando lo stereotipo fa dell’esperienza una narrazione unidirezionale e rigida.
Affinché ciò non avvenga, è necessario servirsi dei mezzi che abbiamo a disposizione: la conoscenza, l’informazione e l’educazione.
E’ proprio per questo che vogliamo iniziare ad analizzare il questionario di PiacereMio con l’intervento di una delle relatrici, Gabriella Catania.
Gabriella Catania, educatrice sessuale, ha approfondito il tema dell’uso dei sex toys, argomento affrontato in una delle domande del nostro questionario.
E proprio dalle risposte ricevute ci siamo rese conto che questa modalità di ampliare l’esperienza sessuale in modo ludico e giocoso, è ancora soggetta a molti pregiudizi.
Il 60% delle donne che hanno risposto considera il fenomeno positivamente, ma contemporaneamente dichiara di non essere interessata all’uso dei sex toys .
Gabriella Catania ha sottolineato nel suo intervento, che uno dei principali freni sia la non conoscenza di questi strumenti, soprattutto da parte delle donne nella seconda metà della vita, che culturalmente hanno meno familiarità con la dimensione ludica della sessualità.
Lo strumento per riconsiderare questa ambivalenza (va bene per le altre, ma non per me) è naturalmente l’informazione e ricordiamo che è possibile seguire Gabriella Catania a partire dalla sua pagina Facebook , canale in che offre anche occasioni di riflessione e confronto su questo tema.
Ciò che ci ha colpite nel corso del convegno è che durante l’intervento di Gabriella sui sex toys, emergeva da parte di molte partecipanti la scarsissima confidenza con questi oggetti e di conseguenza l’incapacità di valutarli come un’opportunità di miglioramento della propria vita sessuale e ci ha colpite che il 14% delle donne che hanno risposto al questionario li considerasse in modo esplicito come un elemento che incide negativamente su questa sfera: un dato sul quale riteniamo molto importante e urgente riflettere e confrontarci.
Il collettivo Venere 50 (Daniela Grenzi, Giovanna Rossi e Paola Vigarani)