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Dal 1955 ad oggi le donne presentatrici di Sanremo si contano sulle dita di una mano. Nulla di strano, visto che il festival è da sempre lo specchio del nostro paese.

 

 

Il festival di Sanremo, sin dai suoi lontani esordi del 1951, è sempre stato lo specchio del paese. Dunque, poca, anzi, nessuna sorpresa, nel constatare che a presentarlo siano sempre stati degli uomini. E le poche eccezioni che possiamo contare sulle dita di una mano, hanno naturalmente il compito di confermare la regola.
Di donne sul palco, da quando nel 1955 il Festival ha cominciato ad essere trasmesso anche per televisione, ne abbiamo viste fin dalle prime edizioni televisive, sempre e rigorosamente al fianco di una controparte maschile. Fiori tra i fiori, potremmo dire. Elementi fondamentalmente ornamentali, la cui capacità di emancipazione è sempre dipesa dalla volontà degli uomini (direttori artistici del Festival, capistruttura di rete, agenti di spettacolo etc.) di concedere loro più spazio, secondo le convenienze del momento.

 

Loretta Goggi, artista incredibilmente capace, versatile e talentuosa, nel 1986, è stata la prima donna a salire sul palco come unica presentatrice senza dover essere affiancata da un badante maschio. Dopodiché, per ritrovare di nuovo una donna come unica presentatrice, sono dovuti passare 15 anni. Parliamo di Raffaella Carrà, altra fenomenale professionista che ha dovuto attendere il terzo millennio per poter fare quello che avrebbe potuto fare senza problemi qualche decennio prima.
Stesso discorso per Simona Ventura o per Antonella Clerici, altre macchine da share, che nel corso della loro carriera hanno fatto mangiare la polvere a più di un loro collega maschio. Mosche bianche.
Ci siamo capiti, da Enza Sampò (era il 1960 e il conduttore ufficiale era l’attore Paolo Ferrari) a Virginia Raffaele, cooptata insieme a Claudio Bisio per l’edizione di quest’anno, la storia delle presentatrici al festival di Sanremo ha di nuovo confermato la storia di questo paese, un paese per uomini in cui le donne prendono lo spazio che viene loro concesso dagli uomini. Che sia il parlamento della repubblica o il palco di una kermesse canora, per la quale si potrebbe usare, ribaltando quella corrente, l’espressione ”meglio male accompagnate, che sole”.