Oggi, 1 giugno 2019 si tiene a Modena il primo Pride ospitata dalla città. Venere 50 parteciperà al corteo e il C.A.T. presenterà il suo gruppo di ascolto LGBT.
Fu a Roma, nel 1994, che iniziarono i cortei di orgoglio LGBT italiani, anche se la prima manifestazione, non ancora strutturata, può essere individuata nella protesta contro il “Congresso internazionale sulle devianze sessuali”, voluto dal Centro Italiano di Sessuologia, un’organizzazione di matrice cattolica ( 5 aprile 1975).
All’origine di un’espressione collettiva che vuole festeggiare i diritti della comunità LGBT, ci sono gli episodi di violenza e intolleranza, ricordati come i “moti di Stonewall”.
Lo “Stonewall Inn” era un bar gay in Christopher Street, nel Greenwich Village di New York, dove nella notte tra venerdì 27 giugno e sabato 28 giugno del 1969, la polizia irruppe per effettuare le non insolite retate all’in terno dei locali gay, ma in quell’occasione i frequentatori del bar si ribellarono, dando il via ad un vero e proprio scontro con le forze dell’ordine. La folla, all’uscita del locale, si mise ad inveire contro gli agenti e ad attaccarli, costringendosi a trovare riparo all’interno del locale.
Ci fu molta violenza e diversi manifestanti vennero picchiati dalla polizia, che a sua volta, divenne bersaglio del lancio di pietre e bottiglie, al grido d”Gay Power!”.
Da quel momento, la necessità del movimento LGBT di essere riconosciuto e la ribellione contro una persecuzione autorizzata, assunesero coscienza politica e organizzata.
Alla fine ldi uglio del 1969, a New York venne creato il Gay Liberation Front (GLF), il movimento di liberazione omosessuale, che ispirò simili organizzazioni nel resto del mondo, come quella nata in Italia nel 1971.
A un anno dalla rivolta di New York, in commemorazione dei moti di Stonewall, il GLF organizzò una marcia dal Greenwich Village a Central Park, a cui parteciparono tra le 5mila e le 10mila persone. Era la nascita del primo Gay Pride.
Il 28 giugno è stato eletto come Giornata mondiale dell’orgoglio LGBT. E da quel 1969, molti cortei del Gay Pride in tutto il mondo si svolgono a giugno, proprio per celebrare la ribellione alla persecuzione delle persone omosessuali.
Il messaggio delle marce che si celebrano con il nome “Pride” (preferito a “Gay Pride”, perché inclusivo di tutta la realtà arcobaleno), ha un’accezione positiva, che invita a comprendere la differenza, invece che discriminare. Lo scopo è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica al riconoscimento della dignità LGBT, dei diritti all’uguaglianza, aumentare la visibilità LGBT come gruppo sociale, costruire una comunità e celebrare la diversità sessuale e la varietà di genere.
Il simbolo di questo orgoglio è la bandiera arcobaleno, che differisce da quella della pace per la disposizione speculare dei colori.
Peccato che la gioia di tantissime persone non sia condivisa dal ministro per la famiglia Lorenzo Fontana, che ha invece preferito incoraggiare la ‘processione riparatoria organizzata dal comitato San Gimignano Vescovo.