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di Daniela Grenzi

 

Nel volume “Nuovi Poeti Italiani n.6”, di Einaudi, la maestra spirituale di cui voglio parlare in quest’articolo, Chandra Livia Candiani, viene presentata così “(…) è un talento genuino e prolifico, leggerezza è il termine che la contraddistingue. Ci sono, nella serenità e nello spirito compassionevole e lieve della poetessa, una profonda sapienza e saggezza, nutrite di consapevolezza psicanalitica e ricerca religioso-filosofica”.

 

Nata a Milano nel 1952 da famiglia di origini russe, Livia Candiani si è convertita al buddhismo, acquisendo il nome elettivo, “Chandra”, che significa “Luna”. Dopo aver trascorso lunghi periodi di tempo in India, oggi vive nel capoluogo lombardo, traducendo dall’inglese testi buddhisti e conducendo seminari di poesia nelle scuole elementari, nelle case alloggio per malati e per i senza casa.
Definita anche la Emily Dickinson italiana, ha pubblicato diverse raccolte di poesie tra cui La bambina pugile ovvero la precisione dell’amore (Einuadi 2014) con la quale ha vinto la XXVI edizione del Premio Letterario Camaiore.
Del suo interesse per la meditazione e la spiritualità sono pervasi tutti i suoi testi.

 

A lei l’onore di aver scritto il più bel libro di meditazione che io abbia mai letto: mi si perdoni l’enfasi, ma Il silenzio è cosa viva. L’arte della meditazione è proprio un piccolo miracolo di chiarezza e precisione rispetto ad un compito per niente facile, quello di spiegare in cosa consiste questa esperienza.
Mi ci sono riconosciuta già dalle prime pagine, quando Chandra si chiede se la meditazione sia forse una forma di disadattamento riconosciuta e scrive “(…) a me ha dato corpo. Ho scoperto di respirare. Mi ha insegnato a sentire. (…) mi ha fatto nascere di nuovo, senza mai togliermi una briciola di dolore, aiutandomi ad assaporare, appassionatamente”.

 

La sua voce delicata, che si identifica come assolutamente femminile, accompagna il lettore nel non luogo della meditazione, gli permette di distinguere le diverse sfumature del silenzio associate all’arte del raccogliersi in sé e lo fa raccontare anche a piccoli poeti, i bambini con cui Chandra conduce laboratori di poesia.
“Io voglio sempre silenzio/come un’ombra ferma./Io sono come una conchiglia, silenziosa./La conchiglia è come una clessidra/che fa cadere sulla sabbia/il mio piccolo autoritratto”. (bambina filippina di nove anni).
Fatevi un regalo, leggete questo piccolo capolavoro ne rimarrete incantati.

 

 

Chandra Livia Candiani
Il silenzio è cosa viva
L’arte della meditazione

Einaudi