Hillman diceva che possiamo conoscere noi stessi solo attraverso un altro, non ci è concesso di riuscirci da soli.
La relazione con gli animali ci può aiutare in questa scoperta e, per molte di noi, è stato così. Inizieremo una serie di interviste a donne la cui relazione con gli animali è stata il viatico alla scoperta di sé, da un punto di vista personale e a volte, anche professionale.
Venere 50, in collaborazione con la scuola di PTRI, promuove da vent’anni corsi di formazione incentrati sulla relazione con gli animali. Spesso in questi percorsi le protagoniste sono donne, e per molte di loro, da quell’inizio, è partito un viaggio di crescita umana e professionale.
Altre donne che intervisteremo, le abbiamo incontrate nei nostri studi professionali, all’interno di percorsi di crescita o di psicoterapia; in tutti i casi sono testimonianze che pensiamo possano essere d’aiuto al fine di rendere più consapevole il nostro rapporto con gli amici animali.
Oggi vi presentiamo la storia di Laura Marchetti
Raccontaci com’è iniziata e come si è sviluppata la tua storia con gli animali
Da piccola mi ammalai di orecchioni per molte settimane e un giorno, intenerito dalla mia condizione, mio padre mi promise che mi avrebbe preso un cane non appena mi fossi rimessa. Era da molto che chiedevo di poter aver un cane, ma i miei genitori si erano sempre opposti. Io di questa conversazione in cui mi viene finalmente promesso un cane non ricordo nulla, anche perché in quelle settimane ero così indebolita che tutto è rimasto vago e nebuloso. Però fu così che a settembre del 1995 arrivò Terry, un bracco italiano.
Ci sono probabilmente tanti motivi e spiegazioni che possono accompagnare quello che segue, ma non sono qua a trovare scuse o alzare il dito. Il punto della questione è che Terry ha avuto una vita di ottima qualità sulla carta e a livello materiale, ma non le è mai stato dato l’affetto che cercava e che si meritava. Non eravamo una famiglia pronta ad avere un cane e lei è stata quella che ne ha subito le conseguenze emotive.
È così che quindi è iniziata la mia storia con gli animali, tra negligenza e rammarico, e continua ora con l’affetto che non ho saputo dare al primo animale che è entrato nella mia vita.
Ci sono stati momenti cruciali della tua vita in cui questa relazione ti ha sostenuto e cosa ti ha insegnato?
Ogni animale che ho avuto mi ha insegnato qualcosa e mi ha sempre sostenuto in ogni momento. Terry, il mio primo cane, mi ha mostrato cosa vuole dire amare incondizionatamente come un bambino, Elly, il mio secondo cane, mi ha insegnato l’amore adolescenziale che sprizza di gioia e di vivacità, e Picciu, il mio gatto attuale, mi mostra l’amore fiero e indipendente a cui si aspira in età adulta. Ogni animale mi ha guidato e sostenuto nelle varie parti della mia vita fino ad ora. Ma soprattutto ogni animale mi ha insegnato e sostenuto nell’accettazione senza giudizio di me e degli altri, facendomi capire cosa vuol dire essere e lasciar essere.
Ti è mai successo di essere criticata per la tua relazione con gli animali?
Sì, molto spesso, soprattutto in passato. Mi è stato detto di non trattare i miei animali come se fossero essere umani e che li stavo viziando. All’inizio ci rimanevo male, come se fossi io in difetto, ma poi ho capito che non c’è nulla di sbagliato a trattare gli animali al pari degli esseri umani: sono essere viventi anche loro e non c’è alcun motivo per cui dovrebbero essere trattati diversamente. Onestamente, credo che qualcuno mi critichi ancora, ma ci faccio meno caso – sono arrivata a un punto in cui la critica sul mio rapporto con gli animali non mi tocca più anzi, se dirmi che li tratto come umani e li vizio è un modo per dire che li tratto troppo bene, allora lo prendo come un complimento.
Per molti l’animale è l’esatto opposto dell’umano, per altri invece è l’eco di una similitudine, tu cosa ne pensi?
Credo possano essere vere entrambe affermazioni: l’animale è simile e allo stesso tempo opposto dall’essere umano in quanto, come le persone, sente, ama e si fa capire ma, diversamente dalle persone, non ti fa del male, non ti ferisce e non ti giudica. L’animale è simile alla parte migliore dell’essere umano e opposto alla sua peggiore.
In base alla tua esperienza cosa consiglieresti a una persona che sta pensando di far entrare nella propria vita un animale?
Per buona parte della mia vita ho avuto animali come membro della mia famiglia: i cani e gatti che ho avuto in passato erano anche gli animali dei miei genitori e di mia sorella, quindi la loro gestione è sempre stata condivisa. Ora ho un gatto e non lo condivido con qualcun altro, e devo dire che ci ho messo un po’ prima di decidermi se adottarlo, proprio perché la consapevolezza che sarebbe stato un impegno solo mio mi terrorizzava. Quando ero in dubbio se prenderlo o no, mi è stato detto che l’amore che mi avrebbe dato sarebbe comunque stato così grande da non farmi pesare il fatto che la sua gestione sarebbe stata un mio impegno. E così è stato. Ora c’è un essere in più nella mia vita e questo ovviamente ha comportato dei cambiamenti (in costi, pulizie ed organizzazione di vacanze, per fare qualche esempio), ma nulla di ciò mi è mai pesato né mi ha fatto pentire della mia scelta.
Quello che posso dire è questo: nella sua natura, il rapporto tra essere umano ed animale rischia di essere pericolosamente e amaramente asimmetrico. L’animale che entrerà nella tua vita sarà, per forza di cose, in una posizione di potere inferiore alla tua in quanto tu, essere umano, deciderai tutto per lui o lei. Sarai tu a decidere cosa e quanto mangia, come vive nella tua casa e quante volte potrà uscire, deciderai tu il tipo e la frequenza delle cure e delle visite veterinarie, l’amore e l’affetto che riceverà. In poche parole: sarai tu a decidere la qualità della sua vita e lui o lei potrà farci molto poco. Sii consapevole della posizione di potere che hai su di lui o lei e non usarla mai per fargli del male o trascurarlo. Non potrai mai chiedere all’animale cosa vuole in quanto non può parlarti come un altro essere umano, ma troverà comunque i suoi modi per farti capire se c’è qualcosa che non va. Sii quindi vigile dei suoi comportamenti, rispetta il suo carattere, lascialo essere e, nel dubbio, dagli il meglio. Alimentalo in maniera corretta e sana, portalo a fare visite ogni volta che ce ne sarà bisogno, fallo uscire se e quando ne ha bisogno, dagli attenzioni e cura, ma soprattutto usa il tuo potere per dargli e fargli del bene rendendo la relazione beneficamente e gioiosamente simmetrica. Se pensi che questo non possa essere possibile, allora aspetta a far entrare un animale nella tua vita.