Hillman diceva che possiamo conoscere noi stessi solo attraverso un altro, non ci è concesso di riuscirci da soli.
La relazione con gli animali ci può aiutare in questa scoperta e, per molte di noi, è stato così. Inizieremo una serie di interviste a donne la cui relazione con gli animali è stata il viatico alla scoperta di sé, da un punto di vista personale e a volte, anche professionale.
Venere 50, in collaborazione con la scuola di PTRI, promuove da vent’anni corsi di formazione incentrati sulla relazione con gli animali. Spesso in questi percorsi le protagoniste sono donne, e per molte di loro, da quell’inizio, è partito un viaggio di crescita umana e professionale.
Altre donne che intervisteremo, le abbiamo incontrate nei nostri studi professionali, all’interno di percorsi di crescita o di psicoterapia; in tutti i casi sono testimonianze che pensiamo possano essere d’aiuto al fine di rendere più consapevole il nostro rapporto con gli amici animali.
Oggi vi presentiamo la storia di Giovanna Monduzzi
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Raccontaci com’è iniziata e come si è sviluppata la tua storia con gli animali
Uno dei primi ricordi che custodisco nel cuore è un maremmano di nome Pippo Jhon, era il cane dei miei vicini di casa e nonostante fossi piccolissima affondavo nel suo morbido pelo senza paura.
Altri ricordi speciali sono legati alle domeniche dai nonni di Imola, che avevano un pezzetto di terra in campagna dove potevo sperimentare il benessere legato alla natura e agli animali.
A casa avevamo avuto un susseguirsi di piccoli animali come conigli, criceti, uccellini e in particolare, un pesciolino rosso di nome Blob, che pur essendo “solo un pesciolino rosso” riusciva comunque a trasmettermi tanto. Devo ammettere che non ho mai amato l’idea di far vivere un’animale in uno spazio limitato e dietro a delle sbarre, come del resto ho lasciato l’equitazione, perché affittare un cavallo per vederlo usato e poi rinchiuderlo in un box, mi rattristava tantissimo, però ringrazio di aver vissuto queste esperienze che mi hanno portata a maturare una certa visione della relazione con gli animali.
Finalmente, quando avevo 14 anni la mia famiglia ha adottato un setter inglese di nome Lord, che amai all’istante e per il quale ho sofferto molto quando purtroppo ci ha lasciato per un tumore. Medicarlo e seguirlo negli ultimi mesi ha rappresentato per me il primo contatto con la morte e con il vuoto che ci lascia.
Nel frattempo, nella casa in campagna dei miei genitori mi sono ritrovata una colonia felina, scoprendo così anche la relazione con i gatti, diversa rispetto da quella con i cani, ma altrettanto preziosa.
A 23 anni, dopo aver assistito alla fine di una relazione in cui avevo investito tanto, ho sentito il bisogno di accogliere un nuovo cane nella mia vita; dopo la morte di Lord i miei genitori erano decisi a non adottarne più, ma dopo svariate trattative è arrivata Lady, una dolce setterina di pochi mesi e con lei è cominciato un percorso di rinascita personale che mi ha portata a fare volontariato in canile e a conoscere il mondo della Ptri con Daniela. Con Lady siamo diventate così, non solo compagne di vita, ma anche colleghe di lavoro.
Nel 2009 mio marito mi ha fatto il dono più bello di tutti: per festeggiare l’inizio della nuova vita insieme e la nascita della nostra famiglia abbiamo adottato Ian, un setter di 5 anni che era arrivato in canile dopo essere stato maltrattato e abbandonato da un cacciatore.
Lady lo ha accolto benissimo, lo ha aiutato a superare le sue diffidenze e paure verso gli umani.
Ora Lady e Ian hanno 15 anni, lei è in pensione e si gode il salotto, mentre lui è diventato un grande coterapeuta ancora in attività.
Negli ultimi dieci anni un posto speciale nel cuore è dedicato a tutti gli animali che vivono e sono passati per il Cat, ognuno di loro mi ha insegnato qualcosa, però mi fermo qua altrimenti la questione si fa lunga.
Ci sono stati momenti cruciali della tua vita in cui questa relazione ti ha sostenuto e cosa ti ha insegnato?
Ci sono stati tanti momenti in cui il rapporto con i miei adorati animali mi ha aiutata e sostenuta. In particolare la relazione con Lady, che per me è sempre stata uno specchio, anche se a volte un po’ scomodo, in quanto attraverso i suoi bisogni e difficoltà, mi ha spesso parlato dei miei limiti, delle mie paure e delle mie frustrazioni; lei mi ha insegnato ad accogliere e accettare tutte queste parti di me e ad abbassare le mie aspettative. Nell’ultimo periodo mi sta facendo affacciare al tema della vecchiaia, della lentezza e del fatto che prima o poi ci dovremo salutare.
Con lei ho condiviso tanto, c’è stata nei momenti più brutti quando, arrabbiata con il mondo, le mettevo la pettorina e scappavamo insieme alla ricerca di pace in mezzo alla natura. Ha accolto i miei pianti in silenzio, senza giudizio, semplicemente leccandomi il viso e restando al mio fianco.
Era con me, sempre a distanza di un braccio, quando ho dovuto elaborare lutti importanti come quello della nostra amata Amy.
Era sveglia con me la notte prima di sottopormi al raschiamento, perché avevo perso il mio bambino e la mattina vederla giocare nella neve, prima di entrare in ospedale, mi aveva donato una grande serenità.
È stata con me durante il travaglio per la nascita di Elvis, osservatrice silenziosa e presenza forte nel cuore della notte in un momento tanto magico.
È stata con me anche in tanti momenti di gioia e serenità quotidiana. Anche ora che scrivo è qui, a un braccio da me, non invadente, ma sempre pronta per una coccola se ce n’é bisogno.
Ian dico sempre che è il cane di mio marito, ma anche lui mi ha insegnato tanto; è arrivato nella casa nuova, nella nuova famiglia che ho creato con Giò e quindi ho vissuto con lui un’epoca diversa della mia vita.
Ian con la sua storia mi ha insegnato la via della rinascita, la possibilità di lasciare il passato alle spalle per quanto doloroso sia e godersi il presente, apprezzando ancora di più l’amore e la serenità conquistati dopo tanta strada. Ian è un concentrato di dolcezza e amore, ma è anche uno spirito libero, è il nostro fricchettone!
In realtà ogni giorno trascorso insieme a loro racchiude insegnamenti e tanto amore, ancora di più da quando posso ammirarli nella relazione naturale che hanno con mio figlio.
Non ti è mai successo di essere criticata per la tua relazione con gli animali?
Le persone sentono spesso la necessità di criticare soprattutto quello che non conoscono o che non condividono.
A criticarmi sono state persone a me molto vicine che non sono riuscite a cogliere il valore e la bellezza che risiede nel vivere a contatto con la natura e gli animali. Invece che essere felici per la gioia che ho provato da quando ho iniziato il mio viaggio con Lady e Ian e la mia avventura al Cat, mi hanno guardata e giudicataaspramente, soprattutto con l’arrivo di Elvis. Fin dai primi giorni di vita ho fatto vivere a mio figlio un contatto autentico con la natura e gli animali.
Ho imparato a non dare più peso a chi, per sentirsi meno solo, punta il dito verso gli altri; guardo invece a tutte le persone che amandomi mi hanno sostenuta, primo fra tutti mio marito, che ha anche vinto la sua paura verso i cani e penso a tutti quelli come i miei alunni, che attraverso i miei racconti si avvicinano di più alla dimensione naturale e animale.
Per molti l’animale è l’esatto opposto dell’umano, per altri invece è l’eco di una similitudine, tu cosa ne pensi?
La gravidanza e il parto hanno segnato per me un punto di svolta, è stato un momento in cui sono stata prima di tutto un mammifero e sono tornata all’istintività animale.
Nei miei corsi di yoga invito le donne in gravidanza a ritrovare questa istintività, a mettere a tacere il razionale per riscoprire l’antica saggezza dell’essere animali. Loro sono maestri nel vivere nel qui e ora, nel perdonare, nel non avere filtri, nell’amore senza condizioni, nel non scendere a compromessi, nell’essere autentici, loro semplicemente sanno ‘essere’. Dovremmo farci guidare da loro, risvegliare i nostri sensi e le nostre anime, tornando a vivere nella semplicità.
Gli animali hanno grandi anime e credo che solo la nostra “supremazia”, dettata semplicemente da un maggior sviluppo celebrale, possa condurci a vederci opposti a loro.
l terreno comune è tanto se solo desideriamo vederlo e coglierlo, mettendoci in ascolto.
In base alla tua esperienza cosa consiglieresti a una persona che sta pensando di far entrare nella propria vita un animale?
Consiglio di essere pronti ad accogliere un cambiamento. Io spesso paragono l’adozione di un cane all’arrivo di un figlio e a questo punto me ne dicono di tutti colori!
Questo cambiamento consiste nell’adottare nuovi ritmi di vita, nell’accogliere un’anima a cui quotidianamente rivolgerai il tuo pensiero, nel prepararsi a specchiarsi in qualcuno che ti porrà davanti dei limiti e una conoscenza autentica di te stesso.
Scoprire la felicità in una semplice passeggiata e in qualche coccola, ma prepararsi anche ad affrontare malattia, vecchiaia e morte dell’essere che arriveremo ad amare tantissimo.
Desiderare di fare pace con se stessi ed imparare qualcosa in più sull’amore.