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Le prime interfacce assistenti femminili hanno più di mezzo secolo. Noi di Venere50 vogliamo renderle nuovamente visibili, dando così storicità e termini di confronto anche alle interfacce di ultima generazione.

 

Partiamo dalla domanda: perché le prime assistenti virtuali, denominate Idoru, vestono sembianze femminili?
Corrono gli anni novanta e sta avvenendo il passaggio a quelle che sono definite interfacce di seconda generazione, cioè si sta passando da modalità di interazione con il computer di tipo principalmente visivo (il canale uditivo è ancora ai primi vagiti) a interfacce cosiddette assistenti, che per il periodo storico, rappresentano l’evoluzione massima dal punto di vista dell’interattività.

 

Si inizia a considerare che l’assistente virtuale non deve rispondere soltanto quando gli si pone una, ma può fare domande a sua volta, chiarendo così il suo processo di comprensione; anticipa problemi che l’utente può incontrare, descrive i compiti che possono essere eseguiti, associandovi le abilità richieste e i software disponibili.

 

Un’interfaccia di nuova generazione deve modellare in un piano congruente il significato delle proprie azioni/decisioni e il costo di un errore, in modo da evitare di annoiare l’utente con dettagli poco importanti (“Vuoi veramente chiudere quel file?” “Vuoi veramente svuotare il cestino?”) modellandosi al massimo alle sue esigenze. Si inizia anche a considerare la necessità che riconosca gli aspetti sociali ed emozionali dell’interazione.

 

Ma torniamo alla domanda iniziale: perché i primi ‘maggiordomi’ virtuali sono cyberdonne? Pensiamo che la scelta di ‘idoli femminili’ ha a che fare con la loro rilevanza simbolica, perfettamente compatibile, con l’ideologia cyber degli anni novanta.

 

Sotto questo nome ritroviamo quella cultura informatica estrema, motore dello sviluppo tecnologica di fine millennio, che ha il suo epicentro in California e che mescola controculture stile anni sessanta, new age, neo pagani, cultori della Grande Dea e promesse libertarie delle nuove tecnologie.

 

La rivoluzione informatica del XX secolo ha fatto esplodere i sistemi di reti digitali e la multimedialità; prodotti che rimandano a una visione del mondo basata sul principio dell’interdipendenza del ‘cosmo tecnologico’ e delle sue diverse specie e risorse, lo stesso principio chiave che sottende al culto della Dea in rapporto al mondo reale.

 

D. Rushoff, uno degli autori più riconosciuti di questa corrente di pensiero, autore di Cyberia, tira in ballo Gaia, asserendo che il cablaggio del mondo intero, attraverso le reti digitali, produrrà l’ultimo stadio dello sviluppo della Terra. Ricollegandosi alla teoria proposta dal biologo James Lovelock, secondo cui la Terra sarebbe un sistema unitario, inteso a dare e mantenere la vita, l’autore prevede uno stadio in cui la terra acquisirà un’autocoscienza grazie ai network di comunicazione.

 

Gaia, antico nome della Dea creatrice, uno dei molti nomi attribuiti alla divinità femminile, adorata per migliaia di anni come colei che dà e sostiene la vita, è ovunque il simbolo dell’unità di ogni forma di vita alla terra.

L’ipotesi di Gaia esprime, come sostiene il fisico F. Capra, una radicale rottura con le concezioni scientifico e meccanicistiche del XVIII e XIX secolo.

 

Col XX secolo ha inizio un nuovo paradigma nella storia scientifica che porta, secondo Marco D’Eramo, nel suo Lo sciamano in elicottero, alla smentita di ciò che Max Weber chiama ‘disincanto del mondo’.

 

Weber prevedeva che il razionalizzarsi della conoscenza (tramite la scienza), della vita economica (tramite il capitalismo) e della struttura sociale (tramite la burocrazia), andando di pari passo con il disincanto, avrebbe portato al declino del magico. Secondo lo scienziato quindi, si sarebbe sempre più verificata una radicale opposizione tra conoscenza razionale empirica e il senso magico del mondo, portando quest’ultimo alla sua inevitabile morte.

 

Le prime eroine virtuali si collocano in questo universo in cui, accanto ad una cultura informatica avanzata si mescolano razionalismo e intuizione, materialismo, scienza e magia.

 

Grazie alla loro pregnanza simbolica ricalcante quella della Dea creano, in chi si rivolge a loro, un atteggiamento di credulità riservato a chi possiede una potenza conoscitiva divina e profetica. Il modo in cui gli utenti tecnologici si rivolgono a loro è quello che si instaura tra chi non possiede una natura eccezionale e chi invece è capace di veggenza e di doti soprannaturali.

 

Auguri ad Ananova, prima cyber giornalista, entrata nel mondo dei cinquanta.

 

Scheda biografica:
Età: 53
Luogo di nascita: Londra
Professione: giornalista web
Film preferito: Toy Story
Musica preferita: Oasis, Mozart
Programma preferito: Simpson