È ormai noto come gli stereotipi di genere irrigidiscano le identità femminili e maschili in ruoli che non corrispondono alle infinite sfumature che compongono le soggettività di ognuna/o di noi, impedendo la libera espressione delle emozioni e dei comportamenti dei singoli e limitando le possibilità di trovare il proprio posto nel mondo in sintonia con sé stessi e con gli altri, a prescindere dal genere.
Se grazie ai femminismi stiamo mettendo in discussione sempre di più gli stereotipi legati al genere femminile, cosa si sta muovendo rispetto al tema degli stereotipi legati al genere maschile?
Ne parliamo con Charlie Marinelli,
creative leader, facilitatore di gruppi maschili, esperto in percorsi di crescita personale e di gruppo e di supporto a se stessi e agli altri uomini nelle “scelte agli incroci della vita”
Cosa ti ha portato a decidere di intraprendere percorsi di crescita personale al maschile?
Dopo aver seguito un percorso di crescita il mio Counselor mi ha consigliato di dare un’occhiata al programma “Progetto Genere Umano”. È iniziato con un weekend di conoscenza seguito dalla frequenza al cosiddetto “gruppo di integrazione – Gruppo I”. Mi sento di dire che è l’attività che ha trovato me anziché me trovare lei, ed è stato un viaggio incredibile della durata di 10 anni in collaborazione con altri uomini. Ciò che ho apprezzato maggiormente di questo viaggio con gli uomini e con il lavoro degli uomini è la loro capacità di supportare altri uomini nelle loro tematiche e sfide da affrontare. Il filo conduttore, ciò che mi ha coinvolto in questa attività del creare gruppi aggiungendo anche una partecipazione ad un terzo gruppo in California, è stato poter supportare altri uomini nel loro lavoro testimoniando di loro e a mia volta ho ricevuto supporto e riscontro su di me.
Conduci gruppi di uomini da anni, quale è il tuo ruolo, come vieni vissuto nel gruppo?
Il mio ruolo è stato essere leader del gruppo, introducendo formato, linee guida e accordi, e modellando il ruolo del leader o quello che noi nel progetto chiamiamo “il Re”. Il Re è uno dei 4 archetipi su cui ci focalizziamo nel nostro gruppo. I quattro archetipi sono Re, Guerriero, Mago, Amante. Il format del gruppo segue questi quattro archetipi. Con i due gruppi con cui ho iniziato ci sono voluti circa due mesi per modellare efficacemente come essere il “Re” o facilitatore/leader del gruppo. Il successo di questi gruppi si basa sul creare un format e sul rispettarlo, incoraggiando la partecipazione e impegnandosi non solo nel proprio lavoro personale ma sostenendo parimenti il lavoro degli altri uomini.
Dopo un paio di mesi ho iniziato ad incoraggiare ogni partecipante ad entrare nel ruolo del Re. Il mio ruolo comprende non solo insegnare a ciascuno come essere facilitatore di un gruppo di uomini, ma anche come creare un ambiente sicuro in cui gli uomini si possano sentire al sicuro e liberi di condividere.
Per quanto riguarda la domanda su come vengo ora vissuto nel gruppo posso solo formulare delle ipotesi. Con un gruppo condotto per due anni e mezzo, e il secondo gruppo condotto per almeno un anno, credo di essere tuttora vissuto come il leader principale del gruppo, visto che all’inizio l’ho creato io. Tuttavia il mio obiettivo rimane essere un ruolo di un supporto ai gruppi, affinché proseguano il loro cammino senza di me. Per me questa è stata una sfida più incentrata sull’insegnare agli uomini come ascoltare ad un livello più profondo e porre ad altri uomini buone domande, piuttosto che insegnare loro semplicemente come facilitare un gruppo.
Secondo te e attraverso la tua esperienza, cosa porta un uomo a intraprendere un percorso di crescita e condivisione al maschile?
Penso che ci sia una risposta molto diversa per ogni uomo sul perché scelgano di intraprendere un percorso di crescita personale. Detto questo, una volta superato il weekend di conoscenza, e dopo aver partecipato settimanalmente ad un gruppo di integrazione composto da uomini, non riesco ad immaginare di smettere di farlo.
Quello che penso spinga gli uomini ad intraprendere un percorso del genere è semplicemente che c’è un altro uomo che glielo presenta. E gli uomini attratti da questo percorso sembrano essere ad un incrocio della loro vita, in cui sentono che manca qualcosa. Molto spesso dopo le prime spiegazioni sul gruppo, i partecipanti riferiscono che stavano cercando qualcosa del genere. Appena si impegnano nelle attività si rendono consapevoli dell’importanza di trovarsi insieme ad altri uomini.
Lavori in ambito interculturale, nella crescita personale e spirituale al maschile, quali sono le differenze che hai notato?
Questa è una domanda complicata che potrebbe avere molte risposte, ma in fondo si, ci sono piccole differenze tra ogni cultura. Parlo ovviamente in generale, ma un esempio può essere quello di un ragazzo polacco che sembra essere molto serio nel gruppo, molto diretto e brutalmente onesto. Abbiamo nel gruppo un paio di ragazzi tedeschi che appaiono molto metodici, hanno bisogno di argomenti logici e sensati e tendono ad essere seri. Direi che il lavoro personale e spirituale di persone appartenenti a diverse culture tende comunque a focalizzarsi sullo stesso risultato. La conclusione è che il risultato è lo stesso, ma si raggiunge attraverso piccole sfumature diverse.
Ci sono tematiche ricorrenti e trasversali che vengono richieste maggiormente?
Anche questa è una domanda difficile a cui rispondere, perché ogni settimana ogni uomo porta sé stesso nel gruppo con ciò che sta affrontando nella vita in quel momento. Una delle attività principali che affrontiamo la sera è l’attività di “check in”, di ingresso, e gli uomini non solo portano le tematiche e le sfide che stanno affrontando, ma possono anche portare le cose belle che accadono nella loro vita, che potremmo definire il loro “oro”. E se dovessi identificare dei problemi comuni molto presenti che possono emergere nei gruppi, questi hanno a che fare con la fiducia, con la presa di consapevolezza del proprio valore, le sfide delle relazioni, la comunicazione e la tematica “dell’abbastanza” (ho abbastanza, faccio abbastanza, sono abbastanza) .
Hai molta esperienza sia nella conduzione che nella partecipazione a gruppi di crescita ed evoluzione personale e spirituale di genere e mista, che differenze hai notato?
Questa è una domanda davvero complessa e andrebbe frammentata per dare una risposta completa. Credo di avere più esperienza nel facilitare con gli uomini rispetto ai gruppi di genere misto. In generale direi che non ho notato differenze nella facilitazione fra uomini e donne. Tuttavia, nel lavoro degli uomini sento che possiamo essere più diretti e logici laddove le donne invece tendono ai sentimenti. Gli uomini hanno bisogno di lavorare attivamente su identificare e comunicare sentimenti, mentre questo ritengo invece sia naturale per le donne.
Cosa significa per te essere uomo oggi?
Per me, come uomo, sento di aver potenziato il mio maschile. Questo significa per me essere più responsabile per me stesso e verso gli altri per come agisco come uomo. Ad esempio: sto agendo con integrità, rispetto, a cuore aperto, oppure sto mostrando il mio ego? Un uomo del nostro gruppo, separato di recente e pronto a divorziare stava preparandosi degli argomenti e costruendo storie, pronto ad assumere un avvocato di alto livello per distruggere la sua ex moglie. Nel gruppo abbiamo sfidato quest’uomo ponendogli molte domande circa i risultati che desiderava, soprattutto considerato che era coinvolto un bambino. Per farla breve quest’uomo ha deciso di lasciare il suo ego sulla soglia della porta, ed è entrato molto di più nel suo cuore, nella sua integrità e nel suo essere rispettoso. Attualmente ha una relazione sana, amichevole e di supporto con la sua ex moglie. Riporto questo esempio per dimostrare quante possibilità abbiamo per elevare di livello il nostro essere uomini.
Questo lavoro mi ha spinto ad entrare con più energia nel lato sano di ciascuno dei quattro archetipi citati. Mi ha aiutato ad esplicitarmi e mi ha dato l’opportunità di valutare dove sono nella mia vita di uomo, e come guardarmi allo specchio mantenendo il mio maschile. Mi ha insegnato una comunicazione con gli uomini chiara, diretta e articolata. Inoltre, è un argomento che di volta in volta mi ha dato la possibilità di osservare come noi uomini ci poniamo nelle relazioni con le donne.
A grandi linee cosa pensi di
a. Fragilità e maschile …….
b. Potere e maschile …….
c. Sessualità e maschile …….
a. Fragilità e maschile
La prima parola che mi viene in mente è debolezza. Questo può sembrare un giudizio da parte mia, ma quando sento la parola fragilità non la accetto come parola legata all’argomento del maschile. Per me fragilità può sembrare debolezza, ma nel rapportarmi a uomini più vulnerabili mi oriento maggiormente all’empatia, all’accettazione e al non giudizio.
b. Potere e maschile
Nel mio modo di vedere potere e maschile percorrono naturalmente lo stesso, ma il modo in cui approcciamo il nostro essere uomini o il nostro maschile è un processo in continua evoluzione. Il mio maschile ha un potenziale crescente man mano che osservo cosa emerge da ogni archetipo e come includo i miei valori per essere un uomo completo. Per me si tratta di approcciare il potere da un punto di vista di ben-essere invece che dal punto di vista dell’ego.
c. Sessualità e maschile
Il modo migliore a cui rispondere è portare l’esperienza che ho appreso negli incontri in gruppo con altri uomini, quando mi sono reso conto che tutti abbiamo a che fare con problemi simili inerenti la sessualità e il maschile. Da un certo punto di vista non ci è stato insegnato cosa significa essere un uomo per quanto riguarda la sfera sessuale, e molto spesso confrontandomi con altri uomini ci rendiamo conto che sull’argomento affrontiamo tutti sfide simili. Ad esempio, uomini più anziani condividono di come potrebbe ridursi la loro attività sessuale, il che aiuta altri uomini che non avevano idea di cosa gli stesse succedendo. E anche uomini più giovani condividono problemi sessuali, e la condivisione conforta gli altri che si rendono conto di non essere soli nel problema. Parlando degli uomini che si definiscono etero ho scoperto che alcuni non comprendono assolutamente il desiderio o le donne.