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Hillman diceva che possiamo conoscere noi stessi solo attraverso un altro, non ci è concesso di riuscirci da soli.

 

La relazione con gli animali ci può aiutare in questa scoperta e, per molte di noi, è stato così. Inizieremo una serie di interviste a donne la cui relazione con gli animali è stata il viatico alla scoperta di sé, da un punto di vista personale e a volte, anche professionale.

 

Venere 50, in collaborazione con la scuola di PTRI, promuove da vent’anni corsi di formazione incentrati sulla relazione con gli animali. Spesso in questi percorsi le protagoniste sono donne, e per molte di loro, da quell’inizio, è partito un viaggio di crescita umana e professionale.

 

Altre donne che intervisteremo, le abbiamo incontrate nei nostri studi professionali, all’interno di percorsi di crescita o di psicoterapia; in tutti i casi sono testimonianze che pensiamo possano essere d’aiuto al fine di  rendere più consapevole il nostro rapporto con gli amici animali.

Oggi vi presentiamo la storia  di Daniela De Luca.
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Raccontaci com’è iniziata e come si è sviluppata la tua storia con gli animali

 

Gli animali hanno sempre fatto parte della mia vita, sin da quando ero piccolissima. Mio nonno mi ha sempre trasmesso il suo amore smisurato per gli animali e se mi osservo con gli occhi di oggi, mi ritengo molto fortunata ad essere cresciuta in un contesto dove ero molto a contatto con la natura e soprattutto con animali di varie specie (cani, gatti, conigli, polli, galline, maiali, oche, un poni, una scimmia, tartarughe, lucertole, anguille, etc…). Crescendo, e dopo la morte di mio nonno, mi sono un pò allontanata da questo mondo finché non è arrivato nella mia vita Frank, il mio compagno a 4 zampe che mi ha letteralmente sconvolto la vita. Siamo stai fin da subito inseparabili, mi accompagnava oltre che nella mia vita privata, anche a lavoro (ai tempi lavoravo in una comunità terapeutica per tossicodipendenti e in uno studio privato).

 

Ad un certo punto ho sentito il bisogno di essere più consapevole e competente nella relazione con lui, sia per goderne appieno che per poter poter portare questa ricchezza nel mio lavoro in modo più consapevole. E’ stato per questo motivo che ho intrapreso il percorso di Pet Therapy Relazionale Integrata, successivamente quello come Educatrice Cinofila e poi come Operatore in etologia delle relaziono con gli animali. Per cui l’arrivo di Frank nella mia vita è stato l’inizio di un percorso di crescita personale bellissimo.

 

Ci sono stati momenti cruciali della tua vita in cui questa relazione ti ha sostenuto e cosa ti ha insegnato?

 

Ho imparato ad apprezzare il legame straordinario che si crea tra un animale ed una persona quando per motivi di studio e lavorativi mi sono trasferita a Parma. E’ stato un cambiamento molto importante nella mia vita e, inizialmente, del tutto inconsapevolmente, la presenza di Frank è stata il motore attivante che mi ha permesso di aprirmi ad una nuova vita, a nuove relazioni e a tante esperienze entusiasmanti. Mi ha resa e tutt’ora mi rende, più consapevole, mi ha insegnato a fermarmi e a prendermi del tempo per “stare” e per “sentire”.

 

Non ti è mai successo di essere criticata per la tua relazione con gli animali?

 

Tutt’ora mi succede di essere criticata o non capita per il mio rapporto con Frank soprattutto da quando sono diventata mamma. Mi sento spesso dire: “ma che fai, lasci che il cane lecchi la bambina?” oppure “ma non hai paura che le trasmetta qualche malattia?” e cose simili. All’inizio mi arrabbiavo, ora sorrido perché penso che purtroppo non tutti sanno la ricchezza che apporta nella vita di un bambino la presenza di un animale. Vedere mia figlia che “come per magia” si rilassa e sorride ogni qual volta ci sediamo vicini e accarezzo Frank non ha prezzo.

 

Per molti l’animale è l’esatto opposto dell’umano, per altri invece è l’eco di una similitudine, tu cosa ne pensi?

 

Rispondo citando le parole di un libro, che descrivono pienamente ciò che penso:
Lontano dalla natura universale e vivendo in modo complicato ed artificiale, l’uomo civilizzato osserva un essere vivente attraverso la lente del proprio sapere e vede quindi una piuma ingigantita e l’intera immagine distorta. Li proteggiamo per la loro incompletezza, per il loro tragico destino di aver assunto delle forme così tanto al di sotto delle nostre. E qui sbagliamo e sbagliamo gravemente. Perché gli animali non devono essere giudicati dall’uomo. Loro si muovono in un modo finito e armonioso in un mondo più antico e più completo del nostro, dotati di un’estensione dei sensi che noi abbiamo perduto o non abbiamo mai raggiunto, ascoltando voci che noi non sentiremo mai.” (Henry Beston, 1928/1992, The Outermost House, pp. 24-25, New York: Henry Holt)

 

Io credo che per il nostro stile di vita, le nostre scelte ed i muri che spesso costruiamo non siamo capaci di “sentire” il mondo così come lo sentono gli animali, di vivere appieno le nostre emozioni senza costruire delle barriere e di apprezzare ciò che ci circonda.

 

In base alla tua esperienza cosa consiglieresti a una persona che sta pensando di far entrare nella propria vita un animale?

 

Sicuramente gli consiglierei di ponderare bene questa scelta perché un animale ti cambia la vita: ti arricchisce tanto, ma richiede tempo e attenzioni, inclusione e non esclusione. Bisogna essere disposti a mettersi in gioco nella relazione e a modificare le proprie abitudini senza avere la pretesa che siano loro a doversi adattare a noi perché “sono animali”.