di Anna Perna
Josephine Cochrane
(Contea di Ashtabula, 8 marzo 1839 – 3 agosto 1913)
Conti, conti sempre conti da far quadrare. Se solo William mi avesse lasciato qualche soldo in più adesso non avrei così tanti pensieri. Eppure soldi pochi e debiti tanti!
Difficilmente mi abbatto ma ci sono dei giorni che si fa così fatica a far quadrare tutto, che avrei bisogno di prendermi una vacanza. Purtroppo i bei tempi in cui facevo la bella vita nei quartieri alti nella contea di Shelby in Illinois non esistono più.
Cene e cocktails sono sempre stati la mia passione. Infatti sono un’ottima organizzatrice. La cosa che amo di più è la preparazione della tavola. Amo la bella porcellana e credo che accogliere gli invitati e farli sentire a proprio agio sia un atto dovuto. Per esempio Il tovagliolo andrebbe a sinistra ed il motivo è semplice: ogni commensale appena seduto, può agevolmente afferrarne il lembo con la mano sinistra ed aiutarsi con la destra a dispiegarlo sulle gambe.
Le posate che vengono afferrate con la mano destra vanno a destra, quelle che vengono afferrate con la sinistra andranno a sinistra del piatto segnaposto, che costituisce il centro del coperto. Ma il più delle volte è una questione di abitudine.
Le posate e i bicchieri si posizionano attorno ai sottopiatti, mentre i piatti vanno posizionati in modo simmetrico rispetto alla sedia. Tutto questo denota attenzione e cura verso gli ospiti.
Ma poi c’è il problema della servitù: non fa attenzione al lavaggio! Ogni volta trovo qualche piatto sbeccato, qualche bicchiere divelto. È insopportabile vedere una tavola curata con le vettovaglie rovinate. Figuratevi che sono arrivata a lavare tutto per conto mio riempiendo grossi recipienti con acqua fredda, limone, aceto e cenere… ma alla fine potete immaginare che dolore alle mie povere mani!
Allora ho pensato una cosa: se nessuno ha ancora inventato una macchina per lavare i piatti, lo faccio io! Così ho pensato ad un’apparecchiatura in grado di gettare acqua e sapone sulle stoviglie grazie a un sistema di pompe azionato manualmente. Come ho fatto? Ho preso le misure di ogni singolo pezzo, ho disegnato per ogni tipologia una gabbia a forma di ruota posta orizzontalmente e poi ho disegnato un boiler di rame in grado di ruotare e contemporaneamente di gettare sui piatti sporchi, prima acqua calda saponata e poi acqua calda pulita. Una volta che i piatti sono risciacquati, il contenitore va estratto dal boiler e le stoviglie lasciate asciugare al suo interno.
Ho brevettato il mio progetto che ho messo in produzione nella mia fabbrica nel 1897. Purtroppo ho presentato la mia idea a diversi uomini d’affari, ma difficilmente ho avuto un loro appoggio. Molti si sono indignati perché lavare i piatti è un tipo di “dovere” che la donna che deve sentire come un servizio per la cura della famiglia e della casa. Quindi per molti di loro c’è l’idea che lavare i piatti è un modo sano di passare il tempo, di rimanere al proprio posto e di non avere grilli per la testa! Ma per fortuna non mi sono arresa e ho portato il mio prototipo alla Fiera Colombiana di Chicago del 1893 e i visitatori ne sono rimasti entusiasti. Soprattutto le donne che l’hanno chiamata la “Lavapiatti Cochrane”. Da quel momento ho iniziato a ricevere un mucchio di ordini e non solo per le singole case private ma anche per i ristoranti e alberghi in tutto l’ Illinois.
Anna Perna: formatrice ad approccio umanistico e Gestalt counselor. Lavora nel campo dell’apprendimento continuo occupandosi del tema della consapevolezza di sé e delle competenze relazionali. Nel tempo libero è autrice e regista teatrale.