E’ difficile affrontare la vita se non si è capaci di relazionarsi alla morte. Venere 50 affronta il tema del lutto attraverso gli scritti di Ines Testoni e un webinar gratuito organizzato presso il C.A.T.
“Quello che occorre è un referente spirituale. Non ci deve essere mai e poi mai la supremazia politica di una religione. La spiritualità appartiene a tutti e viene prima di qualsiasi linguaggio delle religioni. Lo dice anche l’OMS. Organizzazione mondiale della sanità: nel 2012 ha inserito la valutazione della religiosità spiritualità personale nella misurazione della qualità della salute”.
A parlare di spiritualità in questi termini è in Ines Testoni, sessant’anni, psicoterapeuta e filosofa, autrice di L’ultima nascita. Psicologia del morire e Death Education (Bollati Boringhieri), selezionata tra le 100 scienziate Italiani più autorevoli del Centro Gender dell’Università degli Studi di Milano per il Progetto ‘Cento Donne contro gli stereotipi’.
Ines Testoni è fondatrice e direttrice, da dodici anni, del master in Death Studies & The End of Life, unico percorso, in Italia e in Europa, di studi sulla relazione di fine vita, lutto, perdita e morte.
Le competenze insegnate nel master sono molto diverse dai training proposti, ad esempio, negli USA, impostati sulla visione pragmatica del ‘se investi in uno stile di vita morigerato e in un’assicurazione sanitaria, la tecnica medica ti garantisce una fine posticipata’. Qui, invece, si impara cosa fare per gestire la paura della morte portandola da una dimensione inconscia, a livello della coscienza.
A partire dal secolo scorso siamo diventati sempre più immaturi rispetto alla morte, l’abbiamo rimossa, passata in gestione alla tecnica e ai medici. ‘’Peccato che presto le carenze dei servizi sanitari ci faranno di nuovo morire in casa. Dunque, dobbiamo riabituarci al valore del cordoglio condiviso della collettività, alla solidarietà, all’accompagnamento, alla ritualità del lutto e della perdita, a saper gestire e negoziare in modo consono all’approssimarsi della fine. Nostra e altrui. Mancano gli orizzonti di significazione dell’esperienza della perdita. Manco una cultura sulla dimensione esistenziale della malattia e della fine. Non per niente che ha subito un lutto torna al lavoro dopo tre giorni di permesso‘’, ha dichiarato Ines Testoni.
Il master post lauream accoglie al massimo 30 iscritti ed è aperto a psicologi, medici, infermieri, insegnanti, educatori, operatori sociali, agenti delle Forze dell’Ordine, volontari.
A breve, uscirà per Bollati Boringhieri, l’ultima sua fatica, Psicologia Palliativa. Il testo rappresenta l’esito dei tavoli di lavoro tra il Ministero dell’Istruzione e il Ministero della salute che, tra le altre cose, ha previsto l’inserimento ed un certo numero di crediti per la frequenza di insegnamenti sulla morte, il lutto e le cure palliative, all’interno dei corsi di laurea in medicina, psicologia, infermieristica e servizio sociale.
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Vi ricordiamo che mercoledì 22 novembre, il CT ospiterà il webinar gratuito Nella selva della perdita