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Il tema specifico della violenza nella relazione d’intimità è un fenomeno di intessere consolidato per Venere50.
Sono anni, ormai, che viene studiato in molti ambiti e con diversi approcci, ma per raggiungere una comprensione veramente multidisciplinare di questo fenomeno così complesso, crediamo sia necessario continuare ad analizzarlo attraverso le voci di chi l’ha direttamente subito.

Il problema della violenza maschile contro le donne è un fenomeno trasversale. I dati ci informano che colpisce donne di tutte le estrazioni sociali, professioni, età e nazionalità e ha un impatto negativo su tutti gli aspetti della vita di una donna e spesso, ovviamente, anche dei suoi figli.

Con questa intervista rivolta a donne di diverse età, vogliamo evidenziare e fare emergere le difficoltà e le problematiche che incontrano le vittime all’uscita della violenza portando il focus sulle differenze e le uguaglianze generazionali.

C 49 anni (aveva 39 anni)

Dopo quanto tempo ti sei resa conto di vivere in una relazione con un partner maltrattante? Quali sono stati i tuoi “campanelli d’allarme”? Quando sei divenuta consapevole che stavi vivendo un disagio a seguito della violenza psicologica subita?

Dopo quanto tempo? Forse me ne sto rendendo conto solo ora; mentre vivevamo assieme e ci frequentavamo non me ne rendevo conto. Pensavo fosse una situazione diversa da quella vissuta con mio marito, padre di mia figlia, ma non ho capito subito che “NON ERA NORMALE “
Non ho avuto “campanelli d’allarme” vivevo alla giornata ed incrociavo le dita che andasse tutto bene. Che tornasse a casa e che riuscisse a fare a meno della droga. La maledetta droga. Davo la colpa a lei di tutto invece ora comprendo che è stato solo il mezzo. La colpa di tutto è stata sua, del mio carnefice che giorno dopo giorno, mese dopo mese, mi ha annientata.
Se ne è andato lui di casa dopo che mi sono fratturata il polso cadendo nel bagno (dopo uno spintone di troppo) ed io l’ho ripreso di nuovo, la drogata ero io, non riuscivo a fare a meno di lui!!!

Spesso il partner normalizza e si legittima la violenza agita, ti è capitato in una fase iniziale di comprendere le sue ragioni e di giustificarlo? Se sì per quali motivi?

La droga lo cambiava, lo trasformava, non era colpa sua, la gelosia morbosa, le nottate in bianco, le tv staccate, i telecomandi smontati, i mobili spostati, i materassi sollevati…non c’era un posto tranquillo per me per passare la nottata, ma poi passava la tempesta e mi chiedevo ‘’ma sono stata io a perdere la pazienza e ad alzare la voce per farlo smettere? Perché non mi sono addormentata in un angolo aspettando che gli passasse? Se non avessi parlato forse non si innervosiva, se, se, se…’’

Quando hai deciso di uscire dalla relazione violenta, hai chiesto sostegno ai tuoi genitori? Come hanno reagito?

Non ne sono uscita, perché coraggios,a ho fatto il passo, no, io avevo bisogno di lui perché da sola mi sentivo persa.
Ai miei non ho MAI raccontato tutta la verità; a nessuno forse e comunque ho fatto di tutto per tenerlo nascosto a mia figlia. Infatti accadeva sempre quando lei non c’era in casa. Mia madre comprende benissimo che mi è entrato nella testa e nell’anima, è contenta quando mi vede con il mio attuale compagno ma a lei non la si fa…sa dove si è frantumato il mio cuore.

Hai mai subito vittimizzazione secondaria? Se si da chi?

No

Se avessi avuto più anni di quelli che avevi durante la relazione violenta pensi sarebbe stato più semplice o più complesso uscirne?

Io credo che l’età cambi qualcosa ma non ne sono certa; la mia relazione con lui è iniziata che avevo 39 anni e lui 29. Lui, d’aspetto, ne ha sempre dimostrati di più, ma di testa evidentemente no! Alla mia età, dopo quasi 10 anni di tormenti, di Alti e Bassi, anzi di Altissimi e Bassissimi, posso dire di non aver mai pensato ad una vita senza di lui. Nonostante Tutto…forse non ne sono del tutto uscita.
Nell’ultimo anno, lui si è ripresentato più volte, con le stesse scuse, le stesse promesse, ecc., l’unica cosa che sono riuscita a fargli capire è che così non andava più per me. Che non sarei mai tornata indietro alle “stesse condizioni”, visto che secondo lui non necessita di aiuto perché non ha una dipendenza. Non ci sarà mai più un NOI.