di Daniela Grenzi
In questa puntata lasceremo gli abiti da ghostbusters: invece di occuparci di fantasmi erotici, questa settimana vogliamo parlare di poliamore.
L’etimologia del nome unisce la parola greca ‘poli’ e quella latina ‘amor’. Usato per la prima volta nel 1990 da Morning Glory Zell Ravenheart, leader di una comunità neopagana.
Nel dizionario Treccani il poliamore viene descritto come “relazione amorosa consensuale caratterizzata dal fatto che ogni partner può avere contemporaneamente più rapporti d’amore”.
Su Wikipedia si trova, associata alla definizione di poliamore, il termine nonmonogamia etica, se poi andiamo sul sito www.poli amore.net, scopriamo altre soluzioni, nonmonogamia consensuale e nonmonogamia responsabile.
All’interno della monogamia consensuale vengono comprese anche le relazioni aperte e lo swingers (scambismo). Anche se essi differiscono dal poliamore.
Ad esempio, nella coppia aperta, i partner sono liberi di avere relazioni e rapporti sessuali con altri senza necessariamente che l’altro ne sia al corrente, mentre nel poliamore è fondante il consenso informato.
Nello scambismo invece, c’è una relazione di coppia primaria nella quale i partner sono onesti e aperti rispetto alle relazioni sessuali che condividono con altre persone, spesso conosciute su appositi canali solitamente a scopo esclusivamente ricreativo. In questa versione relazionale nonmonogama consensuale c’è il rapporto di esclusività nella coppia primaria, mentre nel poliamore vige il rifiuto dell’esclusività affettiva e sessuale, considerato un ostacolo alla piena espressività dei bisogni relazionali e affettivi della persona.
Ricapitolando, tra i principi fondamentali del poliamore scoviamo : il consenso informato, la non esclusività, ma anche la cooperazione, la responsabilità, la partecipazione, la coerenza, la solidarietà e la trasparenza.
Nello specifico, la non responsabilità della felicità altrui e il concetto di compersione, una parola, quest’ultima, di cui non esiste traccia nei vocabolari, ma che rimanda a un concetto illuminante del buddismo e cioè alla compassione, intesa come la capacità di gioire per la felicità altrui.
E’ una possibilità umana meravigliosa, ma molto difficile da raggiungere, frutto di una costante pratica di empatia profonda.
All’interno del pensiero poliamoroso viene declinata come “lo stato di gioia empatico che si prova nel vedere una persona che amiamo essere felice con altro partner” .
Curios* di saperne di più del poliamore e di tutte le scommesse relazionali che propone abbiamo stilato alcune domande che porremo ai nostri contatti poliamorosi, prossimamente, su queste pagine!
Daniela Grenzi: si laurea prima in Discipline delle Arti, Musica e Spettacolo presso l’Università di Bologna e poi consegue la laurea Specialistica in Psicologia presso l’Università di Padova. Continua gli studi in ambito psicologico specializzandosi in Psicoterapia Analitica ad indirizzo junghiano.