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Le donne con disabilità hanno ancora un accesso disuguale alle informazioni sulla salute sessuale, sugli screening, sulla riproduzione e sull’accesso alla genitorialità. Questo nonostante i loro diritti siano riconosciuti dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità

Molte donne con disabilità esprimono particolari difficoltà nell’accedere a un’assistenza sanitaria sessuale riproduttiva completa e di alta qualità, a causa della mancanza di accessibilità dei servizi ginecologici-ostetrici, e della scarsa formazione dei professionisti medici riguardo alla sessualità e alla riproduzione in caso di disabilità. Queste forme di disuguaglianze sanitarie di genere hanno un impatto e profonde ricadute sulla salute femminile e sul benessere psico-emotivo delle donne con disabilità.

Partendo da questi dati, alla fine del 2020 il Gruppo Donne e il Gruppo Psicologi della UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) hanno iniziato a lavorare su un progetto volto ad indagare diversi aspetti della vita della donna con disabilità, volendo in particolare sondare sia l’accessibilità dei servizi ostetrico-ginecologici alle donne con disabilità, sia il loro rapporto con il proprio corpo, con la propria femminilità, con il corpo dell’altro, che si esprime nella sessualità e con la possibilità di sperimentare percorsi dedicati alla maternità. A tal fine sono stati predisposti due questionari, uno rivolto alle donne con disabilità, e l’altro ai servizi ostetrico-ginecologici.
L’obiettivo dei questionari – denominati rispettivamente Rilevazione dell’accessibilità dei servizi ostetrico-ginecologici alle donne con disabilità e Sessualità, maternità, disabilità – di cui sono stati presentati nei giorni scorsi i risultati, è stato quello di raccogliere dati sulla condizione femminile a quasi dieci anni dalla prima indagine sul tema . In particolare, a fronte dei tanti racconti di donne con disabilità che testimoniano le difficoltà incontrate nell’accedere ai servizi di ginecologia e ostetricia, nel mondo femminile della UILDM sono iniziate a comparire le prime esperienze positive.

La ricerca ha coinvolto 131 donne con diversi tipi di disabilità e un’età compresa tra i 19 e i 74 anni. Cinque le aree tematiche esplorate, ossia l’accessibilità dei servizi di ostetricia e ginecologia; la salute sessuale (lo screening, la contraccezione ecc.); l’interazione con il personale medico e ostetrico; l’identità sessuale riguardo al corpo e la percezione di sé; i desideri e gli immaginari sulla maternità.
Alcune delle donne coinvolte hanno partecipato a focus group legati ai temi oggetto del questionario e tale lavoro continuerà anche nei prossimi mesi.
L’inchiesta è stata distribuita a un campione di strutture ed enti sanitari di diverse città, dislocate al Nord, al Centro e al Sud Italia e continuerà anche per tutto il 2022. Si tratta di un questionario rivolto ad operatori sanitari, per la mappatura dei servizi ginecologici-ostetrici., articolato in quattro sezioni e raccoglie informazioni sulla struttura, l’accoglienza della stessa, i suoi collegamenti esterni e le informazioni sui singoli servizi erogati.
Il gruppo di lavoro della UILDM è composto da donne con disabilità, da diverse psicologhe e da Ester Micalizzi, dottoranda in Sociologia presso il Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università di Genova. Nell’àmbito del suo progetto di dottorato, Micalizzi sta svolgendo uno studio che mira appunto ad esplorare l’accesso alla sfera della sessualità, la violenza istituzionale, i desideri riproduttivi, i servizi ginecologici-ostetrici, intesi quest’ultimi come spazi di autodeterminazione, consapevolezza e costruzione dell’identità sessuale e di genere.
Come già accennato, l’8 marzo scorso, in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti della Donna, i risultati dei questionari del secondo filone di indagine sono stati presentati durante un evento digitale dedicato, intitolato La salute della donna con disabilità. Accesso ai servizi e cura di sé. Inoltre, nel sito della UILDM Nazionale è stato pubblicato il Report del progetto Sessualità, maternità, disabilità.