Lo stretto legame (e la sua evoluzione) tra il genere horror e la sessualità femminile è l’argomento trattato da Eva Salzman sul magazine The Ithacan. Venere 50 ve ne propone la traduzione
L’horror è stato uno dei primi generi a presentare le donne come personaggi principali, anche se solo più tardi sono state rappresentate come eroine o addirittura come “cattive”. L’horror, che inizialmente attribuiva alle donne esclusivamente ruoli da vittima, è il genere che più di molti altri, tocca temi che hanno che a fare con il potere, il genere e la sessualità e ha fornito ai personaggi femminili lo spazio per essere sviluppati in figure sempre più complesse e ben scritte.
Nei precedenti film horror come “Il fantasma dell’opera“ (1925), le donne erano ancora descritte come damigelle in pericolo, mentre i personaggi femminili nel sottogenere slasher – emerso negli anni ’70 – servivano da sbocco per il porno di tortura borderline. Nello studio di Molitor e Sapolsky sui film slasher dal 1980 al 1993, è stato dimostrato che i personaggi femminili impiegano il doppio del tempo per morire sullo schermo rispetto agli uomini. Parte di questo lungo tempo è dedicato a scene di inseguimento piene di suspense che hanno definito questo sottogenere, in cui gli assassini corrono dietro a donne con grandi tette come mezzo per prolungare la tortura. Queste scene sono una rappresentazione sessualizzata di donne che ad un violento assassino maschio chiedono implorano che sia risparmiata la loro vita . Sebbene sia stato emozionante per le donne essere scritturate in questi ruoli principali, la frequente sessualizzazione e la natura di sfruttamento di queste scene mi fa dubitare di quale fosse il vero intento dei registi slasher maschi.
Nel film del 1996, “Scream“, il personaggio di Randy Meeks (Jamie Kennedy) spiega il cliché dell'”ultima ragazza”. Descrive in dettaglio uno schema di “regole” che, nel genere horror, una protagonista femminile deve rispettare per sopravvivere. La regola più importante è quella della della verginità: per sopravvivere all’assassino, la protagonista femminile deve essere vergine. Sebbene “Scream” non rispetti tale requisito, il meta riconoscimento di questo cliché evidenzia come il genere horror, tradizionalmente prevede che le donne vengano punite per la loro sessualità.
Se le donne possono essere la vittima della loro sessualità, chi può dire che, per lo stesso motivo, non possano invece vestire i panni delle ”cattive”? Jennifer Check in “Jennifer’s Body“ sviluppa i suoi poteri e diventa l’antagonista principale del film quando un gruppo di uomini tenta di sacrificarla al diavolo dopo che lei ha mentito sulla sua verginità.
Il film del 1976 “Carrie“ è incentrato su Carrie White, un’adolescente solitaria e iperprotetta, la cui vita è controllata dalla madre religiosa e prepotente. Quando Carrie ha il primo ciclo, si ritrova vittima di abusi verbali a causa del fanatismo di sua madre e della crudeltà dei suoi coetanei a scuola. La maggior parte della trama del film ruota attorno a Carrie che ha la mestruazioni e come la repressione sessuale della sua famiglia religiosa non sia in grado di gestire lo sviluppo di Carrie in una donna. Ecco perché “Carrie” illustra uno dei concetti più interessanti dell’horror. “Carrie” sembra sfuggire ad ogni regola di questo genere: non ci sono mostri, fantasmi, assassini evasi dal reparto psichiatrico , ma solo una ragazza che diventa donna.
In un video saggio dell’ottobre 2020 intitolato “A Monstress Comes of Age”, la YouTuber Yhara Zayd mette in evidenza il legame che l’horror crea tra pubertà e sete di sangue, in particolare nelle giovani donne. Il video illustra come in questi film horror (“Carrie” e “Ginger Snaps” (2000), diventare una donna è sinonimo di diventare un mostro. Similmente a “Carrie”, gli eventi in “Ginger Snaps” iniziano dopo che il suo personaggio principale, Ginger, ha avuto per la prima volta il ciclo. Il sangue che versa finisce per attirare un lupo mannaro che la morde, facendo trasformare Ginger in un lupo mannaro ella stessa. Simbolicamente, la trasformazione di Ginger nel soprannaturale si allinea esattamente con il suo ciclo mestruale e le sue voglie semi-cannibaliche si sviluppanocontemporaneamente al suo risveglio sessuale.
In “Jennifer’s Body”, “Carrie” e “Ginger Snaps”, le donne sono descritte come cattive perché sono donne. Non più ragazze innocenti e verginali con la capacità di trasformarsi in eroine, ma donne mestruate che si dedicano ad attività sessuali. Per me, mettere le donne in ruoli da protagonista nei film horror, dove gli è permesso di fare sesso e rimanere ancora le star dello spettacolo non è solo più divertente, ma dà potere: i loro personaggi sfidano l’aspettativa che le donne debbano essere personaggi per cui gli spettatori devono aver paura e ancor di più, vengono percepite come le eroine delle storie di cui sono protagoniste.
I maschi ”cattivi” rappresentati nei classici film horror come “Texas Chainsaw Massacre” e “Halloween” sono spaventosi perché hanno armi e nessuna limitazione per uccidere. Ma in questi film, le donne ”cattive’ sono spaventose perché sono donne e questo mi sembra che sia una cosa particolarmente tosta.