Cosa vuol dire essere una giovane donna in Kenya? E cosa vuol dire esserlo e al tempo stesso essere portatrici di una disabilità e per questo ritrovarsi escluse da qualsiasi forma di educazione sessuale, a partire dall’igiene e dalla cura del corpo?
Lo sa bene Anne Wanjiru, che a 14 anni ha scoperto di avere le mestruazioni solo perché alcune sue compagne di scuola le avevano fatto notare i suoi abiti macchiati dal ciclo. La sua disabilità, ma soprattutto la sua ignoranza erano fonti di un disagio e di un dolore a cui non riusciva a dare una spiegazione e solo l’intervento di un’insegnante le ha permesso di prendere confidenza con i cambiamenti del suo corpo. Oggi, a 29 anni, Anne Wanjiru coordina un gruppo di donne e adolescenti affette da disabilità offrendo loro uno specifico programma di educazione sessuale che permetta in primo luogo, di superare lo stigma e la disinformazione riguardo al ciclo mestruale. La mancanza di informazioni corrette spinge molte adolescenti a rivolgersi a parenti o amiche che spesso finiscono col dare consigli sbagliati, come quello di avere rapporti sessuali precoci, con tutte le conseguenze del caso, a cominciare dalle gravidanze indesiderate.
Ricordiamo che in Kenya le donne sono più colpite da forme di disabilità rispetto agli uomini (2,5, contro il 1,9 %) e che nei loro confronti sia fortissimo il pregiudizio di essere persone assessuate e per questo private del loro diritto di decidere del proprio corpo ed essere informate su tematiche che riguardano il corpo e la sessualità. Molte caregivers e familiari ritengono, tra l’altro, che queste informazioni non debbano essere date prima dei 15 anni, un’età troppo avanzata per delle adolescenti che devono affrontare questi problemi ben prima di questo arbitrario limite anagrafico.
A questo si aggiunge un altro problema, il costo degli assorbenti, che per molte donne kenyote risulta proibitivo e rende ancora più complicato una corretta gestione delle mestruazioni e giustifica dunque l’attenzione e l’impegno che organizzazioni e fondi come l’UNFPA e This-Ability Trust stanno profondendo non solo in Kenya, ma anche in altri paesi del continente africano.