L’associazione nazionale avvocati divorzisti riferisce un aumento del 60% del numero delle richieste di separazione nel 2020: un dato che potrebbe far ipotizzare una sorta di effetto lockdown sulla vita di coppia.
Il collettivo Venere50 formato da counseling, mediatrici familiari, psicoterapeute, ginecologhe e altre professioniste della relazione d’aiuto, ha raccolto diversi elementi di disagio relazionale legati alla pandemia.
Il distanziamento, la convivenza in spazi ristretti, lo sconvolgimento di routine consolidate ha fatto da cassa di risonanza a situazioni di crisi già in atto, amplificate dal lockdown. Come per altre fragilità, quali l’ansia e gli stati depressivi, si è assistito ad una recrudescenza dei sintomi con ricadute sulla vita relazionale.
Ma qual è stato l’impatto delle misure imposte durante la pandemia sulla vita sessuale di coppia? Anche qui, dai dati raccolti direttamente e in riferimento a diverse analisi in corso, si è registrata una sofferenza nell’area del desiderio. Sappiamo che tale area è fortemente influenzata da fattori di tipo psicologico e sappiamo anche che ansia e stress sono potenti detonatori di questa crisi.
Quali strumenti si possono mettere in atto per aiutare le coppie a superare la mancanza di ‘spinta’ sessuale?
Abbiamo più volte denunciato su queste pagine e anche in occasione del primo nostro primo convegno sulla sessualità, come la mancanza di educazione sessuale nel nostro paese, figlia di arretratezze culturali dure a morire, non aiuta a costruire un buon vocabolario intimo nelle persone.
Mancano le parole per poter esprimere le emozioni legate all’intimità, manca la cultura all’ascolto dell’altro, come manca la maturità ad accogliere la differenza nel proprio o nella propria partner.
E purtroppo, senza l’atto della nominazione, le pulsioni rimangono a un livello non riconoscibile dalla coscienza, mantenendo in ombra movimenti della psiche che sarebbero estremamente funzionali all’accrescimento del benessere personale, evitando le regressioni legate al silenzio e al non detto.
Paradossalmente, la pandemia, riducendo gli spazi vitali e creando una sovrapposizione tra vita lavorativa e vita familiare, ha limitato contestualmente anche lo spazio comunicativo.
A questo potremmo aggiungere un altro dato allarmante da un punto di vista relazionale causato dal lockdown e in parte dai fattori psico-sociali qui esposti , ed è il drammatico aumento delle violenze di genere.
Il collettivo di Venere 50, fin dal primo lockdown, in collaborazione con il gruppo Fenici ha attivato il servizio non sono non sei sola durante lockdown, mentre per il prossimo autunno si sta operando alla formazione di gruppi di parola e di crescita sulla sessualità. Continueremo ad occuparci di questo specifico aspetto legato all’emergenza Covid-19 e vi invitiamo a contattare la nostra redazione per condividere con noi testimonianze, domande e proposte su questo tema.