Il piacere sessuale dovrebbe essere un diritto, ma spesso è una chimera. Lo è in particolar modo per le persone con disabilità fisiche o psichiche, per le quali questo diritto sembra non dover essere riconosciuto a priori.
Piacere mio!, che dopo il convegno di novembre, ritorna ogni settimana per approfondire questo tema, soprattutto e specialmente in chiave femminile, vuole allargare il suo sguardo ad un pubblico più vasto ed eterogeneo e lo fa attraverso un programma di educazione sessuale rivolto alle utenti e agli utenti del CAT e alle loro famiglie.
Se il tema del piacere sessuale può essere spinoso per le persone normodotate, ancora di più lo diventa quando ci si deve confrontare con giovani individui la cui disabilità viene intesa, soprattutto in Italia, come una stimmate di assessualità e assenza di desiderio.
Ovviamente non è così e per questo occorre che entrambi i protagonisti di questo percorso, i ragazzi e i loro genitori, possano ricevere ascolto e proposte di approccio all’esplorazione del piacere e al riconoscimento di un diritto che nemmeno la disabilità più severa dovrebbe essere in grado di negare.
L’Unione Europea già da tempo riconosce questo diritto e per questo sono nati i percorsi di istruzione e formazione Erasmus +a cui il Centro Armonico Terapeutico partecipa già da alcuni anni.
Il modello dei corsi sarà quello utilizzato per tutte le altre attività del Centro Cat e cioè un approccio dialogico al tema, che parte dai bisogni e dalle domande dei ragazzi. Il programma si svilupperà fino all’estate e avrà tra i suoi obiettivi anche quello di costruire un piccolo opuscolo-guida personalizzato da poter poi lasciare ai partecipanti e alle famiglie.
Si cercherà anche di lavorare in rete, contattando le altre realtà (purtroppo poche in Italia) che lavorano su questa tematica, come l’associazione Lovegiver che da tempo si occupa di formare operatori e operatrici nel campo dell’assistenza sessuale.