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E’ oggi il giorno di lancio del progetto Brave New Woman portato avanti dal Centro Studi e Documentazione Pensiero Femminile di Torino e ad altre realtà piemontesi.

Il bando ha l’obiettivo di individuare e comprendere i rischi socio-economici a cui è esposta la popolazione femminile di mezza età non in coppia.

 

 

Le domande di ricerca

 

1 individuare le pratiche di solidarietà femminili esistenti al di fuori della coppia, sia identificando contesti più formalizzati e riconosciuti di solidarietà e condivisione, sia facendo emergere esperienze “quotidiane”, più invisibili e informali.

 

2 analizzare i fabbisogni promuovendo la capacità di aspirare a nuove forme di solidarietà: attraverso l’approccio della ricerca partecipativa, saranno definite dalle donne stesse le forme del vivere quotidiano in cui si può esprimere il proprio benessere sia nel presente, sia nel futuro come anziane, attraverso un processo di riflessione, confronto e apprendimento tra pari che il progetto intende innescare.

 

4 individuare le possibili forme di tutela giuridica di pratiche di solidarietà femminile innovative, improntate ai principi del mutuo-aiuto e della condivisione delle risorse, attraverso il ricorso “creativo” a strumenti giuridici vocati a tale scopo.

 

5 prefigurare e progettare risposte delle politiche e dei servizi: il progetto, che adotta un approccio innovativo e inclusivo alla ricerca sociale, si pone l’obiettivo di indagare i bisogni e le strategie innovative adottate autonomamente dalle donne coinvolte, per fronteggiare condizioni di fragilità economica e relazionale. Una ricerca che si fa “azione”, riconoscendo e valorizzando la conoscenza di cui sono portatrici gli individui e le comunità locali, consentirà alle donne coinvolte nel progetto di partecipare attivamente non solo alla definizione dei bisogni ma, soprattutto, a identificare e valorizzare strategie e politiche efficaci nel rispondere ai bisogni espressi.

 

Le fasi del progetto

 

Ricognizione sulle buone pratiche. Sarà condotta una ricognizione delle esperienze di mutuo sostegno e di attivazione, con un’attenzione particolare a quelle forme di condivisione, coabitazione e/o mutua assistenza (di sostegno economico e di cura) adottate da donne di età 55-70 non rispondenti a un modello tradizionale fondato sulla famiglia nucleare. Queste esperienze potranno rappresentare un’importante fonte di ispirazione e confronto per le donne coinvolte in questo progetto, che si trovano a (ri)costruire queste forme dopo una rottura di coppia. Il focus di questa ricostruzione sarà il territorio piemontese, dalla città metropolitana alle esperienze di provincia, ma saranno considerate anche esperienze di altri contesti particolarmente innovative e significative per il progetto.

 

Ricerca partecipata sulle pratiche e aspirazioni di solidarietà e cura, che sarà realizzata sul territorio alessandrino. Con l’obiettivo di facilitare l’attivazione delle persone coinvolte, si propone una ricerca partecipata nella logica della Community Based Participatory Research. Con il coinvolgimento di servizi, associazioni e comitati locali, sarà costituito un gruppo di ricerca con le donne che vorranno partecipare. Si prevede un gruppo tra 10 e 15 co-ricercatrici. Sarà questo gruppo di ricerca che, insieme alle ricercatrici sociologhe, condividerà esperienze e domande, definirà gli obiettivi e gli strumenti della ricerca. Sul piano giuridico, le co-ricercatrici si confronteranno con i ricercatori giuristi per discutere limiti e possibilità di tutela relativi alle esperienze ed aspirazioni di vita al di fuori della coppia, sia proprie sia delle donne intervistate. Saranno queste stesse co-ricercatrici, con l’aiuto delle ricercatrici sociologhe, a raccogliere le proprie esperienze con scritti e immagini, e a intervistare altre donne, nella stessa fascia di età e condizione, sulle loro esperienze di solidarietà e cura e sulle loro aspirazioni.

 

Analisi giuridica. I ricercatori giuristi parteciperanno agli incontri del gruppo di ricerca, per discutere, nelle diverse esperienze delle co-ricercatrici e delle donne che saranno intervistate, le pratiche di solidarietà e strategie di sostegno messe in atto. L’analisi delle diverse soluzioni adottate per far fronte alle esigenze abitative e relazionali delle co-ricercatrici e delle donne intervistate potrà così costituire il fulcro dell’esplorazione di pratiche di solidarietà alternative alla “comunione di vita” prevista dal regime legale della famiglia storicamente fondata sul matrimonio, allo scopo di realizzare, sempre attraverso il confronto con le co-ricercatrici, un catalogo di soluzioni pratiche all’uscita dalla relazione di coppia in età matura e di individuare nuove forme di tutela.