Per il nostro appuntamento settimanale con Piacere mio!, Venere 50 vi vuole proporre tre brevi ritratti dedicati alle pioniere nel campo degli studi sulla sessuologia.
Il primo di questi ha per protagonista Mary Virginia Eshelman, al secolo Virginia Johnson. Buona lettura!
Proveniente da una famiglia di immigrati tedeschi, Virginia Johnson è il classico frutto di una società, quella statunitense, che permetteva una grande mobilità sociale e professionale.
Dopo una breve esperienza nel campo assicurativo e due matrimoni lampo, prima di intraprendere la strada che l’avrebbe consacrata come una delle prime figure di riferimento nel campo della sessuologia, Virginia Johnson visse una breve, ma importante parentesi come cantante di musica country nella formazione guidata dal suo futuro, terzo marito, George Johnson, dal quale prese il cognome con il quale oggi noi la conosciamo.
Dopo un tentativo , fallito, di prendere una laurea in sociologia, nel 1957 Virginia Johnson, si ritrovò ad incrociare la strada del ginecologo e sessuologo William Howell Masters, che l’assunse come assistente di ricerca nel “Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia” alla Washington University a Saint Louis .
I due formarono una robustissimo team impegnato ad esplorare e descrivere come uomini e donne rispondessero agli stimoli sessuali, sia a livello fisico che psicologico. La formazione scientifica di Masters, unita ad una spiccata propensione della Johnson a fare ricerca sul campo, creando le necessarie premesse affinché le persone si sottoponessero ai diversi test che dovevano essere loro impartiti, produssero risultati assolutamente rimarchevoli e fondamentali in questo campo.
Provate ad immaginare la puritanissima e bigotta America di fine anni ’50 (quella che nei film le coppie sposate dormivano in stanze con i letti divisi da un comodino per evitare di evocare la possibilità che potessero avere rapporti intimi) e immaginatevi dunque lo sforzo organizzativo e la capacità di persuasione che la coppia Masters/Johnson riuscì a mettere in campo per convincere oltre 10mila cavie a sottoporsi ai loro test.
Test che richiedevano che le cavie (principalmente coppie sposate) accettassero di praticare attività sessuali (compresa la masturbazione) con i propri partners o con altre/i partecipanti agli esperimenti, rimanendo collegati ad un elettroenecefalo e ad altri poligrafi sviluppati direttamente dalla coppia di ricercatori. In questo modo era possibile registrare le reazioni di ciascuna cavia di fronte agli stimoli ricevuti e tracciare dunque uno schema, composto di 4 stadi e definito ”il ciclo della risposta sessuale umana”.
In questo modo fu possibile esplorare il mondo delle disfunzioni sessuali, collegandole anche a problematiche di natura psicologica e risolte attraverso l’uso di sedute di psicoterapia. A loro va attribuito il merito di aver abbattuto una serie di pareti scientifiche e naturalmente, culturali, inserendo una serie di importanti innovazioni, anche tecnologiche, come l’idea di fotografare l’apparato femminile durante l’attività sessuale, così da comprendere come gli orgasmi vaginali e clitoridei fossero legati da una comune risposta fisiologica o perché gli uomini non potessero avere orgasmi multipli, a differenza delle donne.
Virginia Johnson e William Masters, che da colleghi diventarono amanti e poi coniugi, hanno contribuito ad allargare in modo importante gli orizzonti estremamente ristretti di una società ancora molto ignorante e spesso sessuofobica, mostrando ad esempio che fosse possibile per le donne praticare sesso durante la gravidanza o che l’attività sessuale non dovesse essere un tabù per le persone in età avanzata.
Per chi volesse approfondire la loro vicenda privata e professionale segnaliamo Masters of sex. La storia vera di William Masters e Virginia Johnson, la coppia che ha insegnato il sesso all’America di Thomas Maier (Sperling and Kupfer). Dal libro è stata derivata l’omonima serie, andata in onda dal 29 settembre 2013 al 13 novembre 2016 sul canale via cavo Showtime.