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Tina aveva le idee chiare sul ruolo della fotografia: per lei era uno strumento di indagine e denuncia sociale, un mezzo attraverso cui raccontare a tutti quello che accadeva in un certo spazio e in un certo tempo agli emarginati, agli ultimi. E aveva idee chiare anche su come dovesse essere realizzata una fotografia. “Desidero fotografare ciò che vedo, sinceramente, direttamente, senza trucchi, e penso che possa essere questo il mio contributo a un mondo migliore”.

 

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«Cannibali e Re è un progetto narrativo di rinnovamento della narrazione storica. Raccontiamo la storia degli ultimi».