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Domenica scorsa si è concluso il campionato mondiale di calcio femminile, con la vittoria della nazionale statunitense (la quarta, da quando esiste questa manifestazione) su quella olandese. Mara Cinquepalmi, giornalista e segretaria di Gi.U.Li.A. (Giornaliste Unite Libere Autonome), ci parla del manifesto “Media Donne e Sport”, diffuso a poche settimane dall’inizio della manifestazione iridata.

 

Mara, vuoi raccontarci come è nato questo manifesto?

 

L’idea è nata dopo aver già avviato una riflessione sul linguaggio di genere, pubblicando, nel 2017 il “Manifesto di Venezia”, la carta per il rispetto e la parità di genere nell’informazione. Abbiamo voluto occuparci anche del modo dello sport, dove il problema di un uso corretto del linguaggio è particolarmente forte. Insieme alla UISP, all’USIGRAI, abbiamo dunque deciso di concentrarci proprio su questo specifico ambito.

 

Ci puoi riassumere i punti principali?

 

Certo. Incoraggiamo a scrivere delle atlete nello stesso modo in cui si scrive degli atleti e a rispettare una parità di trattamento su diversi fronti: dare maggiore spazio a commentatrici donne, impegnarsi, soprattutto a livello di squadre nazionali, a riconoscere uguale trattamento economico per uomini e donne e garantire maggiori tutele alle atlete.

 

Poi c’è il problema degli stereotipi.

 

Purtroppo sì, c’è ancora il pessimo vizio, quando si parla di donne, di soffermarsi sul loro aspetto fisico, sul look o sulle relazioni sentimentali, mettendo in secondo piano l’aspetto tecnico, le prestazioni, l’impegno e la dedizione profusi per ottenerle. C’è poi il discorso della visibilità e anche in questo senso chiediamo un maggiore impegno da parte dei media nel concedere maggiore spazio ad eventi sportivi in cui sono presenti le donne, come chiediamo ai direttori o ai caporedattori, di coinvolgere maggiormente le donne nelle redazioni sportive.