Hillman diceva che possiamo conoscere noi stessi solo attraverso un altro, non ci è concesso di riuscirci da soli.
La relazione con gli animali ci può aiutare in questa scoperta e, per molte di noi, è stato così. Inizieremo una serie di interviste a donne la cui relazione con gli animali è stata il viatico alla scoperta di sé, da un punto di vista personale e a volte, anche professionale.
Venere 50, in collaborazione con la scuola di PTRI, promuove da vent’anni corsi di formazione incentrati sulla relazione con gli animali. Spesso in questi percorsi le protagoniste sono donne, e per molte di loro, da quell’inizio, è partito un viaggio di crescita umana e professionale.
Altre donne che intervisteremo, le abbiamo incontrate nei nostri studi professionali, all’interno di percorsi di crescita o di psicoterapia; in tutti i casi sono testimonianze che pensiamo possano essere d’aiuto al fine di rendere più consapevole il nostro rapporto con gli amici animali.
Oggi vi presentiamo la storia di Maria Letizia Mancini, veterinaria..
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Raccontaci com’è iniziata e come si è sviluppata la tua storia con gli animali
Ricordo di essere sempre stata attratta fortemente dagli animali. Da piccola non potevo fare a meno di avvicinarmi a tutti i cani e i gatti che incontravo per strada, così mio padre mi aveva insegnato a leggere i segnali del loro corpo e come approcciarmi senza rischiare morsi e graffi. L’avversione di mia madre immotivata per tutto il mondo animale mi aveva impedito fino all’adolescenza di avere un amico peloso. Riuscì a convincere i miei a prendere un animale solo a tredici anni, quando per il mio compleanno, mi feci regalare un criceto, col quale cominciai a condividere ogni momento della mia giornata. Qualche anno dopo, la scelta degli studi in veterinaria è avvenuta come conseguenza naturale di questa mia passione. Per avere seriamente la libertà di condividere la mia vita e la mia casa con degli animali, ho dovuto però aspettare l’incontro con quello che è poi diventato mio marito, che ha da subito condiviso con me sogni e progetti di vita, tanto che ad oggi abbiamo un’azienda agricola con piante officinali e api e una casa piena di peli e di amore, con tre cani, sette gatti e due conigli nani….per adesso.
Ci sono stati momenti cruciali della tua vita in cui questa relazione ti ha sostenuto e cosa ti ha insegnato?
Avevo ventinove anni quando mi sono sposata e i sette anni successivi sono stati davvero molto duri: la nuova vita in campagna, che adoravo ma che non avevo mai fatto e che spesso mi metteva di fronte a degli ostacoli che mi sembravano insormontabili, la mancanza di un lavoro, le difficoltà economiche che mi impedivano di risistemare velocemente il podere per poter aprire l’azienda agricola e soprattutto l’enorme problema rappresentato dalla mia famiglia, con la lunga malattia di mio padre da un lato e le angherie di mia madre, che non accettava le mie scelte di vita, dall’altro. I miei cani sono stati la mia forza, il mio supporto, i miei maestri, un perenne esempio da seguire. Ancora oggi mi commuovo pensando all’accettazione del diverso di Winnie, che ha allattato i nostri primi due gattini e che ha accolto senza battere ciglio tutti gli animali che sono entrati nel tempo a far parte della nostra famiglia, la forza d’animo di Athos, che non si è mai arreso alla sua gravissima malattia, tanto da guarire completamente, dimostrando che se lo si vuole davvero, tutto è possibile, la dolcezza e la voglia di giocare di Paco che mi ricorda tutti i giorni quanto sia bello regalare agli altri un sorriso. La loro gioia nell’accogliermi ogni volta che tornavo dopo una breve o lunga assenza da casa per assistere mio padre mi ricordava quanto fossero giuste per me le scelte che avevo fatto.
Non ti è mai successo di essere criticata per la tua relazione con gli animali?
E’ tutta la vita che faccio i conti con le critiche riguardo il mio rapporto con gli animali. Quelle che in passato più mi ferivano provenivano dalla mia famiglia. Per anni ho tentato di spiegare quello che provavo per i gli animali e il perché di determinate mie azioni nei loro confronti. Ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire! Poi un giorno ho scoperto che non mi importava più di quello che gli altri pensavano o dicevano. E non ho più dato spiegazioni.
Per molti l’animale è l’esatto opposto dell’umano, per altri invece è l’eco di una similitudine, tu cosa ne pensi?
Credo che gli animali siano l’immagine del nostro essere originario. Spontaneità, modo di vivere le emozioni, dare il giusto peso alle cose, notare i piccoli particolari di ciò che ci circonda sono solo alcuni degli aspetti che la società moderna ci ha costretti a modificare, ma che possiamo ancora riscoprire osservando, interagendo e condividendo la nostra vita con gli animali.
In base alla tua esperienza cosa consiglieresti a una persona che sta pensando di far entrare nella propria vita un animale?
Consiglierei senz’altro di riflettere a lungo sulla cosa, affinché sia convinta di volerlo e consapevole di quello a cui andrà incontro, alle grandi gioie che un animale le donerà, ma anche agli enormi dolori che prima o poi arriveranno, alle spese per il suo mantenimento e per la sua salute e ai sacrifici che saranno ricompensati da tanto amore e dedizione. E le consiglierei di cercare il proprio compagno di vita tra i randagi, gli ultimi, i dimenticati, i vecchi, perché se sarà pronta ad adottare un animale bisognoso e avrà la pazienza di sanare le ferite del corpo e dell’anima, la gioia e la soddisfazione che ne otterrà vedendolo rifiorire saranno immense e l’amore che li legherà sarà impareggiabile.