Il 2018 è stato l’ennesimo annus horribilis per quanto riguarda la violenza sulle donne. In mezzo a tanto sfacelo, una delle poche buone notizie è arrivata.
È arrivata lo scorso 28 novembre 2018, con l’approvazione in Consiglio dei ministri, del disegno di legge proposto dai Ministri della Giustizia Alfonso Bonafede e della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno, che punta a rinforzare la tutela nei confronti delle vittime di violenza domestica e di genere.
Il provvedimento, battezzato ”codice rosso” ha come obiettivo quello di garantire una maggiore tutela alle vittime di maltrattamento, violenza sessuale, atti persecutori e lesioni, commessi in contesti familiari o nell’ambito di relazioni di convivenza, assicurando la tempestività dell’adozione degli interventi cautelari o di prevenzione e preservando l’incolumità delle vittime di violenza.
Il d.d.l. integra l’art. 347 c.p.p. prevedendo l’obbligo per la polizia giudiziaria di comunicare al PM le notizie di reato relative anche ai delitti di maltrattamento, violenza sessuale, atti persecutori e lesioni aggravate commessi in contesti familiari o nell’ambito di relazioni di convivenza.
Viene poi introdotta una presunzione di urgenza per queste tipologie di reato per cui la polizia giudiziaria dovrà comunicare il fatto al PM “senza ritardo”. Lo scopo è quello di avviare tempestivamente la procedura, potendo adottare provvedimenti “protettivi o di non avvicinamento” prima dell’irreparabile.
Modificando l’art. 362 del codice di procedura penale, viene garantito il diritto della vittima di essere ascoltata dal P.M. entro 3 giorni dalla iscrizione della notizia di reato, salvo che sussistano imprescindibili esigenze di tutela della riservatezza, anche nell’interesse della persona offesa.
Viene, inoltre, integrato l’art. 370 c.p.p., obbligando la polizia giudiziaria a dare priorità allo svolgimento delle indagini delegate dal P.M., agendo senza ritardo e senza valutazioni discrezionali sull’urgenza, qualora si proceda per tutta una serie di reati, tra cui maltrattamenti contro familiari e conviventi, violenza sessuale e atti persecutori.
Per il trattamento di questi fenomeni, inoltre, il testo stabilisce una formazione specifica obbligatoria per gli operatori di Polizia, Arma di Carabinieri e Corpo di Polizia Penitenziaria. Dovranno all’uopo essere attivati specifici corsi presso i rispettivi istituti di formazione, assicurandone l’omogeneità, rivolti al personale che esercita funzioni di pubblica sicurezza e di polizia giudiziaria.
Questo intervento normativo si inserisce all’interno di un più ampio piano di azione di contrasto alla violenza sulle donne che il Governo sta portando avanti di concerto con il Dipartimento delle Pari opportunità.
In particolare, Palazzo Chigi comunica l’istituzione di una “cabina di regia” interministeriale per dare seguito in maniera organica agli interventi programmati, nonché la prossima istituzione di un fondo ad hoc in favore delle vittime di violenza e la realizzazione di Centri antiviolenza territoriali per il pronto intervento.
Nei centri antiviolenza sarà fornito il primo supporto legale e psicologico e ci sarà la possibilità di ospitare le donne vittime di violenza nella fase intermedia che va dalla decisione di denunciare alla presa in carico da parte dei centri antiviolenza.